Polonia esentata dal comprare i vaccini anti-Covid, è arrivato il via libera della Commissione europea. Dopo le tensioni del 2021, è giunta la svolta: Varsavia ha ricevuto il permesso per rinegoziare il contratto con Pfizer. Una novità che riporta all’aprile 2022, ricorda La Verità, quando il ministro della Salute Niedzielski comunicò che il Paese non avrebbe più pagato per ricevere altri dosi del farmaco. “Non c’è alcuna motivazione coerente per invocare le cause di forza maggiore”, fu la replica della Commissione europea.
Entrando nel dettaglio della vicenda, il governo della Polonia rivendicò di aver ospitato 3 milioni di migranti ucraini dall’inizio del conflitto con la Russia. Versione non accolta di buon grado dalla Commissione: “La guerra non ha fatto alcunché per cambiare le necessità della Polonia rispetto alla vaccinazione, se non altro perché ora ha bisogno di vaccinare i rifugiati”. In base a quanto riferito da Reuters, il governo Morawiecki avrebbe dovuto sborsare 1,4 miliardi di dollari.
Polonia esentata dal comprare vaccini anti-Covid
In base a quanto riferito da Euractiv, il ministro della Salute polacco si sarebbe consultato con il direttore dell’Hera (agenzia europea per la preparazione alle emergenze sanitarie), Pierre Delsaux: “Ci è stato assicurato che l’Hera comprendeva la posizione della Polonia e la nostra situazione straordinaria, che influenza l’attuazione degli accordi per l’acquisto di vaccini”. A pesare sul buco economico di 2 miliardi di euro sarebbe l’impegno finanziario assunto con l’accoglienza di rifugiati ucraini. La Polonia, infatti, è il Paese che ne ha ospitati di più e per questo motivo le sarebbe stato consentito il privilegio di uscire unilateralmente dalla stipula con Pfizer. La Verità evidenzia che Varsavia non è l’unico Paese “insofferente” agli obblighi contrattuali sui vaccini anti-Covid: dalla Repubblica Ceca all’Estonia, passando per la Slovacchia e persino per l’Italia, l’elenco è piuttosto corposo.