Anche la Polonia ha iniziato a costruire un muro anti migranti al confine con la Bielorussia al fine di tenere a bada i nuovi arrivi nel Paese. La recinzione, come spiega TgCom24, avrà un’altezza di due metri e mezzo e stando a quanto ha reso noto il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak, avrà le medesime caratteristiche di quella costruita in Ungheria al confine con la Serbia nel 2015.



Proprio sul confine tra la Polonia e la Bielorussia da ormai due settimane risultano bloccati 32 afghani. Al fine di ridurre le loro sofferenze è intervenuta anche la Corte europea dei diritti umani (Cedu) che ha imposto fino al 15 settembre prossimo a Varsavia una serie di misure urgenti a partire dall’approvvigionamento del gruppo con cibo, acqua, vestiti, cure mediche e dove possibile un riparo seppur temporaneo. Nonostante questo la stessa Cedu ha anche specificato che tale richiesta non obbliga il Paese a lasciare entrare queste persone nel territorio.



Polonia, situazione migranti al confine con la Bielorussia: interviene anche Amnesty

Un provvedimento simile a quello adottato dalla Cedu è stato preso anche per un gruppo di 41 iracheni d’origine curda bloccati al confine tra la Lituania e la Bielorussia. Ad intervenire sulla situazione degli afghani bloccati al confine tra la Polonia e la Bielorussia è stato anche Dunja Mijatovic, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, che ha commentato come riferisce La Stampa: “La Polonia deve agire immediatamente per proteggere i diritti umani delle persone bloccate al confine con la Bielorussia che si trovano in una situazione umanitaria allarmante”.



Le guardie di frontiera non lascerebbero passare nè da una parte nè dall’altra creando da giorni una situazione di stallo ormai ingestibile. Anche Amnesty International si è fatta sentire con una nota: “La Polonia consenta l’ingresso e fornisca assistenza umanitaria a un gruppo di 32 persone dall’Afghanistan che sono state trattenute al confine tra Polonia e Bielorussia senza cibo, acqua pulita, riparo e medicine per due settimane dopo essere state respinte dalla Polonia”.