La Polonia oggi fa parte dell’Ue, domani chi lo sa. Questa è la sintesi estrema del concetto espresso dal ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro, il quale, nell’ambito di un’intervista rilasciata venerdì alla testata giornalistica “Rzeczpospolita”, ha sottolineato che il Paese non dovrebbe rimanere nell’Unione europea a qualunque costo, soprattutto alla luce delle presunte pressioni ricevute direttamente da Bruxelles. Infatti, sarebbe in atto un’azione di ricatto da parte dell’Ue in materia di riforme giudiziarie in landa polacca.



“Sono uno strenuo oppositore del soccombere al ricatto illegale dell’Unione europea portato avanti dalla Corte di giustizia dell’Ue”, ha asserito convintamente Ziobro ai microfoni del quotidiano sopra menzionato. Rincarando poi ulteriormente la dose, senza fare troppo ricorso alla retorica e alla diplomazia: “La convinzione che l’Ue sia uno zio buono e ci dia soldi, e che dovremmo accettare tutte le sue richieste a tutti i costi, è propagandistica e falsa. La Polonia deve rimanere nell’Ue, ma non certo a qualsiasi condizione”.



POLONIA FUORI DALL’UE? TENSIONI CRESCENTI TRA VARSAVIA E BRUXELLES, ECCO PERCHÉ

Tali dichiarazioni giungono proprio nel momento in cui le tensioni sullo stato di diritto stanno crescendo a dismisura tra Varsavia e Bruxelles. Il commissario per la giustizia, Didier Reynders, ha fissato al 16 agosto per la Polonia la scadenza per attuare una sentenza della Corte di giustizia europea. Al Paese viene chiesto di sciogliere una camera disciplinare, che, per i giudici dell’Ue, manca di “indipendenza e imparzialità”.

Intanto, il capo della Corte Suprema della Polonia ha sospeso parzialmente la camera giovedì, come riferito dall’agenzia di stampa internazionale Reuters. Il tutto mentre il giornale “Rzeczpospolita” ha lanciato un sondaggio tra i cittadini in merito a un’eventuale “Polexit“, ovvero l’uscita della Polonia dall’Unione europea. La maggioranza dei votanti ha difeso la permanenza all’interno dell’Ue, ma c’è una percentuale piuttosto nutrita, pari al 17%, che si è detta favorevole all’abbandono. La sensazione è che si tenterà ogni possibile strada di mediazione tra le parti prima di giungere a una decisione tanto delicata e determinante per il reciproco futuro.