La Polonia sta preparando una riforma della giustizia che le permetta di sbloccare i fondi dell’Ue da miliardi di euro congelati dopo la disputa sullo stato di diritto avuta con il precedente Governo. L’attuale esecutivo di coalizione guidato da Donald Tusk vuole porre rimedio alla questione, ma secondo il Financial Times c’è ancora del lavoro da fare. “Il Consiglio nazionale della magistratura (KRS) è essenziale per ripristinare l’imparzialità dei tribunali, uno dei principali impegni assunti”, ha affermato nelle scorse ore il ministro della Giustizia, Adam Bodnar.



Il progetto di legge, che probabilmente sarà approvato dal Parlamento, dovrà tuttavia essere convertito in legge dal presidente Andrzej Duda, che si è unito al partito di destra Diritto e Giustizia (PiS) nel tentativo di ostacolare l’agenda di Donald Tusk quando il Premier è entrato in carica un mese fa. Il partito in questione, durante gli otto anni al potere, ha revisionato l’ente giudiziario in modo da garantire che la maggior parte dei suoi membri fossero selezionati da politici piuttosto che da rappresentanti della magistratura. È difficile dunque pensare che ci sarà un via libera dall’alto.



Polonia prepara riforma della giustizia: le mosse di Donald Tusk

La volontà di salvaguardare l’indipendenza dei giudici del Consiglio nazionale della magistratura attraverso la riforma della giustizia in Polonia, insomma, difficilmente andrà a buon fine. È da capire come potrà essere modificato quello che i critici hanno definito il neo-KRS, mettendo in dubbio la legalità delle decisioni emesse da alcuni membri scelti proprio dal PiS. Senza questa mossa, tuttavia, non ci saranno i fondi dell’Ue. La Corte europea dei diritti dell’uomo si è pronunciata infatti più volte contro questo sistema.



“Spero che il disegno di legge venga approvato dal presidente e che quest’ultimo non vi metta il veto”, ha affermato il ministro della Giustizia polacco, Adam Bodnar. “Se ciò dovesse accadere ci riproveremo”, ha aggiunto, “magari introducendo qualche modifica al disegno di legge”. La sensazione che traspare, ad ogni modo, è che il Governo di coalizione di Donald Tusk appena insediatosi sia tutt’altro che solido.