Mentre l’occidente sembra essere sempre più attento alle mosse della Russia e del presidente Vladimir Putin (nel sempre più diffuso timore di un’escalation militare che coinvolga anche i paesi Nato), la Polonia procede spedita verso l’obiettivo di rendere sempre più sicuro il suo territorio e, soprattutto, il suo confine con la Bielorussia (di fatto, un’estensione di Mosca): di questo ha parlato il presidente Andrzej Duda in una lunga intervista con il quotidiano della Polonia Fakt, dicendosi soprattutto pronto ad accogliere le armi nucleari della Nato.



Rispondendo ad una domanda sulla sicurezza interna, infatti, il presidente si è detto chiaramente, come ha fatto “più volte”, disposto a “schierare armi nucleari come parte della condivisione nucleare anche sul nostro territorio”, rafforzando il confine “orientale della NATO”. Non a caso, infatti, si è detto preoccupato dal fatto che “la Russia militarizza sempre più il distretto di Königsberg“, che si trova in quel piccolo fazzoletto di terra russa tra Polonia e Lituania, oltre ad aver “recentemente trasferito le sue armi nucleari in Bielorussia”. Concentrandosi sulla guerra, Duda ha ribadito che “la Russia non può vincere. Bisogna fare tutto il possibile affinché l’Ucraina possa difendersi [e] ottenere una garanzia di sicurezza, diventando membro dell’Alleanza del Nord Atlantico”.



La risposta del Cremlino alla Polonia: “Difenderemo i nostri confini”

Insomma, la posizione di Duda è chiara: mentre la Russia arma sempre di più la Bielorussia, lo stesso dovrebbe fare la Nato con il territorio polacco, che in caso di escalation sarebbe una sorta di ponte tra le sterminate lande russe e il continente europeo (peraltro con un triste parallelismo storico con la Seconda guerra mondiale, che scoppiò dopo l’invasione nazista della Polonia). Per scongiurare lo scenario peggiore, inoltre, ha auspicato la ripresa di quel progetto che venne chiamato “Fort Trump” (mai veramente attuato) e che prevedeva la presenza permanente di truppe americane sul territorio polacco.



Immediata la risposta del Cremlino, pronunciata dal portavoce di Putin Dmitry Peskov che (citato sempre da Fakt) si è detto pronto ad adottare misure aggiuntive di sicurezza, nel caso venissero inviate armi nucleari alla Polonia. “I militari analizzeranno la situazione”, ha dichiarato, promettendo che “in ogni caso, prenderanno tutte le misure di ritorsione necessarie per garantire la nostra sicurezza”.