La Polonia vuole essere in prima linea nella strategia di difesa dell’Europa da un potenziale attacco russo. E si sta preparando già da un anno con l’acquisto di nuove armi ed il potenziamento dell’esercito. L’ultima mossa è stata quella di annunciare la nuova base Nato permanente che porterà il paese ad essere praticamente il principale alleato militare degli USA in territorio europeo. Ora il ministro della difesa lancia un nuovo appello ai civili e chiede a tutti di diventare volontari ed arruolarsi nell’esercito.
Le spese per la rivoluzione delle truppe di difesa sono già state aumentate dal governo, ma ora servono anche i soldi congelati dalla Commissione Europea per le sanzioni imposte a causa della mancata riforma del sistema giudiziario. Le tensioni tra Varsavia e Bruxelles restano alte. Nel frattempo il primo ministro ha annunciato di “voler diventare il più grande esercito d’Europa con la missione di fungere da deterrente per un probabile attacco da parte di Putin“. L’obiettivo sarebbe quello di raggiungere almeno quota 25000 arruolati, ma già i dati dimostrano che i candidati non solo scarseggiano ma anche i vecchi militari stanno sempre di più rassegnando le dimissioni, a causa delle condizioni giudicate poco vantaggiose soprattutto in termini economici.
Polonia, mancata riforma giustizia: Bruxelles congela 35 milioni di aiuti
L’aumento degli armamenti da parte della Polonia, giustificherebbe un potenziale timore sempre più crescente di un attacco da parte della Russia. Per questo il ministero della difesa ha anticipato che oltre alle spese già effettuate saranno acquistati nuovi carri armati e batterie di missili di produzione statunitense. Anche l’annuncio dell’insediamento ufficiale di un quartier generale permanente USA a Poznan ha confermato che l’accordo stipulato con Joe Biden è stato rispettato. “Il più grande esercito di difesa Nato si troverà in Polonia e sarà pronto a fare paura alla Russia“. Ha dichiarato il primo ministro.
Ma se da una parte la Polonia si è dichiarata pronta a difendere il territorio europeo, dall’altra parte il governo deve affrontare i problemi con la Commissione EU. Proprio nei giorni scorsi è arrivata una nuova procedura sanzionatoria nei confronti di Varsavia. La contestazione è il sistema giudiziario che ancora non antepone il diritto unificato dei cittadini EU a quello interno. La mancata riforma della giustizia, è stata valutata da Bruxelles come “Non cooperante nell’impegno a realizzare un’unione sempre più stretta ed unificata tra popoli europei“. Il risultato è che ancora restano congelati i 35 miliardi di aiuti per il piano di recupero nazionale.