IL NUOVO GOVERNO TUSK LIQUIDA VERTICI TV E RADIO IN POLONIA: COSA SUCCEDE
Dalla Manovra non “approvata” fino alla liquidazione totale dei vertici di tv e radio statali: è scontro totale in Polonia tra il Governo neo-insediato del Premier filo-Ue Donald Tusk e il Presidente della Repubblica polacca, il conservatore Andrzej Duda. Dopo la sconfitta del PiS alle Elezioni (vinte come primo partito ma perse come coalizione non avendo raggiunto la maggioranza dei seggi rispetto alla “Piattaforma Civica” di Tusk), lo scorso 11 dicembre è stato eletto in Parlamento il nuovo Governo, con giuramento dell’ex Presidente del Consiglio Ue a Varsavia proprio davanti a Duda lo scorso 13 dicembre.
Tra i primi atti però messi in campo dal nuovo Governo c’è stato il completo licenziamento e liquidazione di tutti i media pubblici polacchi: lo ha annunciato il neo Ministro della Cultura Bartlomiej Sienkiewicz, lanciando di fatto un attacco diretto al sistema di potere precedente il Governo Tusk (gli ultimi due mandati da Primo Ministro sono stati del conservatore Morawiecki): «La liquidazione ha lo scopo di garantire il funzionamento e la ristrutturazione delle stazioni tv e radiofoniche pubbliche e dell’agenzia di stampa nazionale Pap», ha attaccato il Ministro su X.
SCONTRO TUSK-DUDA, POLONIA NEL CAOS: L’ACCUSA DEL PRESIDENTE CONSERVATORE AL PREMIER FILO-UE
Europa, diritti, religione, coppie LGBT e quant’altro: l’accusa di Tusk al sistema Duda-Kaczynski del partito conservatore è che il Governo Morawiecki avrebbe usato i media della Polonia per influenzare l’opinione pubblica e condizionare la politica dello Stato negli ultimi 10 anni, di fatto le stesse accuse che Bruxelles da tempo muove contro il Governo di Polonia condannandolo più volte per infrazioni allo Stato di Diritto. Martedì sera, appena dopo Natale, il Parlamento polacco ha appoggiato una risoluzione che chiedeva «indipendenza, obiettività e pluralismo alla TV e alla radio pubbliche». Appena il giorno successivo, il nuovo ministro della Cultura Bartłomiej Sienkiewicz ha licenziato i dirigenti dell’emittente statale TVP e della Radio polacca, sostituendoli con dei nuovi nominati dal nuovo Governo “europeista”.
Raggiunto dall’emittente Polsat News, il Presidente Duda ha pubblicamente criticato l’operato del Governo Tusk sul licenziamento dei media statali: «è anarchia, una palese violazione della Costituzione». Non solo, secondo il leader conservatore del PiS, i cambiamenti adottati sono profondamente illegali, in quanto «v’è stata omissione di leggi esistenti in una situazione in cui la maggioranza al governo potrebbe cambiare le leggi normalmente». Duda ha sottolineato infatti che non è proibito introdurre cambiamenti nei media pubblici (tra l’altro è vicenda che accade in tutti gli Stati occidentali, Italia compresa con i vertici Rai, ndr) ma ciò deve essere fatto «cambiando la legge sui media pubblici e non solo sostituendo i consigli di amministrazione».
In sostanza, l’accusa del Presidente è netta contro il “modus operandi” del nuovo Governo misto di centrodestra e centrosinistra: «se il primo ministro e gli altri ministri prestano giuramento e si impegnano a rispettare le leggi esistenti e la Costituzione, dovrebbero attenersi ad esso invece di infrangere palesemente (il loro impegno) con il sorriso sulle labbra e chiamarlo cinicamente ripristino dell’ordine». Nel giro di poche ore la tv della Polonia, così come la radio, ha visto l’eliminazione di praticamente tutto il palinsesto classico e l’arrivo di nuovi conduttori, nuovi programmi e una completa “rivoluzione” nei media. I politici del PiS definiscono i cambiamenti nei media pubblici «un putsch», segnala Euroactiv.pl, paragonando l’improvvisa sospensione delle trasmissioni «ai tempi del comunismo, quando fu introdotta la legge marziale nel dicembre 1981».