Sta creando scompiglio la decisione del primo ministro della Polonia Donald Tusk di voler tagliare fuori dai programmi di scuola pezzi importanti della cultura polacca. L’annunciata riforma del sistema scolastico del neoeletto governo, come apprendiamo da Il Giornale, vorrebbe infatti compiere un massiccio snellimento dei programmi di studio, ufficialmente per controbilanciare la narrazione sovranista del precedente governo di Mateusz Morawiecki, ma che nei fatti cassa con un tratto di penna interi ‘capitoli’ della storia polacca.



Nello specifico dai programmi di storia e letteratura per la scuola primaria e secondaria dovrebbero essere rimosse opere di pregio, come ‘Il tamburo di latta’ dello scrittore tedesco Günter Grass o le favole dello scrittore russo Ivan Krylov, passando per il poema epico nazionale Pan Tadeusz e anche per il poeta romantico Adam Mickiewicz. Infine completamente rimosse risultano alcuni scritti di San Giovanni Paolo II. Ma non è tutto, perché in queste vere e proprie liste di prescrizione volute da Tusk figurerebbero anche testi di letteratura moderna, come i romanzi della vincitrice polacca del premio Nobel Olga Tokarczuk.



RIFORMA SCUOLA: LE CRITICHE A TUSK

La riforma della scuola polacca vede la firma del nuovo ministro dell’Istruzione polacco, l’autoproclamata femminista, pacifista, pro-aborto e attivista LGBTQ Barbara Nowacka che prevede altre decisioni sui generis, come l’abolizione dei compiti graduati, che entrerà in vigore per i ragazzi sotto i 15 anni già il mese prossimo. Dal canto suo il Premier Tusk ha giustificato questa iniziativa del governo come un’esigenza contro il calo dei risultati scolastici della Polonia in matematica, lettura e scienze fatti registrare sotto il governo di destra, ma in sostanza per accontentare gli alleati di sinistra.



Non è mancato il malcontento in merito a questo ‘riassetto educativo’. La critica arriva in particolare dall’ex ministro dell’istruzione del PiS, Przemysław Czarnek, che si sta facendo portavoce di un disagio diffuso. L’opposizione parla di “duro colpo alla cultura polacca”, e già si teme un subbuglio popolare.