«Se l’Europa dovesse cominciare la terza guerra mondiale allora la Polonia si difenderà con tutte le armi a nostra disposizione»: queste parole, durissime, sono state espresse la mattina di lunedì 25 ottobre dal Premier polacco Mateusz Morawiecki in una intervista al Financial Times.

Nel pieno dello scontro istituzionale tra Varsavia e Bruxelles, il leader dei conservatori polacchi sottolinea di ritenere l’Ue e il suo approccio sull’intera vicenda dello Stato di diritto «un diktat discriminatorio. Se peggiorerà dovremo pensare alla nostra strategia». Morawiecki ha infine esortato la Commissione Europea di ritirare le «minacce di sanzioni legali e finanziarie» in quanto risultano una fastidiosa «pistola alla testa» dello Stato polacco. Rispondendo poi nel dettaglio alle domande del FT, il Premier afferma «Difenderemo i nostri diritti con tutte le armi a nostra disposizione», come ad esempio pore veti o quant’altro nei prossimi pacchetti strategici in discussione all’Europarlamento. «Se qualcuno ci attaccherà in modo completamente ingiusto, ci difenderemo in ogni modo possibile», ha concluso Morawiecki, «Riteniamo che questo sia un approccio già discriminatorio e un tipo di diktat. Ma se peggiorerà, dovremo pensare alla nostra strategia».



LO SCONTRO POLONIA-UE SULLO STATO DI DIRITTO

Stato di diritto, politiche comunitarie, temi LGBT e soprattutto primazia della Carta Costituzionale: lo scontro tra Polonia e Unione Europea è ormai allargata a diverse “micce” pronte ad accendersi ed esplodere da un momento all’altro. Dopo le parole “incendiarie” del Premier Morawiecki, è giunta l’ulteriore risposta di Bruxelles che chiede a Varsavia di moderare i toni bellicosi di queste ultime settimane: «L’Unione europea è un progetto che ha contribuito con grande successo a stabilire una pace duratura tra i suoi Stati membri. Non c’è posto per la retorica di guerra nelle relazioni tra gli Stati membri o tra gli Stati membri e le istituzioni», lo ha detto il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer. Solo la scorsa settimana era stato il Premier polacco a chiedere all’Europa (e alla Presidente Von der Leyen) di moderare a sua volta i toni parlando di «ogni sforzo possibile per riaffermare la primazia della Carta europea». Dopo una giornata ad alta tensione un tentativo di “dietrofront” viene lanciato dalla Polonia, con il portavoce del Premier che fa sapere in una nota, «Le espressioni utilizzate dal premier e il riferimento ad una “terza guerra mondiale”, non sono che un’iperbole, una figura retorica che viene utilizzata in varie situazioni e non va presa alla lettera».



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