Marcin Przydacz, ex sottosegretario alla presidenza in Polonia, nonché esponente dei conservatori e, dopo l’elezione in cui ha vinto la coalizione di Donald Tusk, uomo forte dell’opposizione, ha rilasciato un’intervista per La Verità, nella quale ha parlato proprio del presidente in carica, dell’Europa e del futuro. In apertura ci tiene a sottolineare che “siamo ancora il primo partito del Paese, ma non abbiamo raggiunto la maggioranza”.



La Polonia, tuttavia, spiega, è finita in mano a “Donald Tusk, liberale di sinistra” che ha formato una coalizione con “l’espressa volontà di non farci governare. Una dozzina di partiti, alcuni di estrema sinistra, con un’agenda radicale e progressista non sempre condivisa”. Dal conto suo, ammette di aver compiuto degli errori in campagna elettorale, con “un programma forse troppo di destra più che di centro destra”, ma pone anche l’accento sul fatto che in Polonia, oggi, con Tusk, la democrazia è in pericolo, perché “ha letteralmente e fisicamente preso il controllo delle tv pubblica e delle agenzie di stampa con vere e proprie incursioni nel cuore della notte fatte dai suoi uomini. I media liberali in Europa applaudono”, spiega Przydacz, “ma non vi è nessuna giustificazione legale”.



Przydacz: “La Polonia non vuole un superstato europeo, ma una comunità intergovernativa”

Passando oltre alla situazione della Polonia con il governo di Tusk, nella sua intervista Przydacz ha parlato anche dell’Europa e di come lui e il suo partito la immaginano. “Non un superstato“, in cui non vi è diritto di veto o principio di unanimità, “ma una comunità intergovernativa di Stati sovrani, ciascuno con la propria individualità che si siedono attorno ad un tavolo per arrivare ad una decisione condivisa”.

Nell’Europa che l’ex sottosegretario della Polonia immagina, insomma, “nessuno [prova] a predominare gli altri” perché “è così che nascono le guerre. Non vogliamo”, argomenta ancora, “che Stati più grandi dentro l’Unione europea possano sopraffare gli altri“. Con questo, sottolinea Przydacz, “non mi riferisco ad Italia o Spagna, quando parlo di grandi Stati dentro l’Ue con pretese egemoniche. Ho in mente un altro Stato, anzi due“, dei quali tuttavia non fa il nome. Sul futuro europeo, infine, l’esponente dell’opposizione in Polonia, immagina che alle elezioni 2024 ci sarà “in generale un’affermazione di molti partiti di centrodestra”, passaggi che ritiene essere “fondamentale per respingere la tentazione che affiora da alcune parti verso la creazione di un superstato europeo”.