Confermata la multa da un milione di euro per Poltronesofà. Lo ha stabilito il Tar del Lazio, in una sentenza che è stata pubblicata ieri, 11 luglio. L’Antitrust, secondo il Tar, ha esercitato “la propria discrezionalità tecnica in modo immune da palesi illogicità e da manifesti travisamenti di fatti, correttamente inquadrando le condotte” contestate. Così scrivono nella sentenza i giudici amministrativi, che hanno così confermato la decisione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato che che nell’aprile del 2021 aveva scelto di multare per un milione l’azienda.
L’istruttoria era stata aperta per pubblicità ingannevole e omissiva per quanto riguardava le promozioni “Doppi saldi doppi risparmi-Sconto 50%+fino a 40% su tutta la collezione+48 mesi senza interessi” e “Supervalutiamo il tuo divano fino a 1.500 Euro” e ancora “25% di sconto+un altro 25% su tutta la collezione”. Le promozioni dell’azienda di Forlì non corrispondevano infatti a verità e l’Agcm era intervenuta con una multa.
Le motivazioni della multa
Poltronesofà è stata dunque multata per tre promozioni differenti. La prima sanzionata aveva in oggetto una vendita in saldo e dunque non poteva che riferirsi alla sola merce in negozio. Il Tar nella sentenza ha fatto riferimento all’Agcm spiegando che “l’Autorità ha ben chiarito che agli occhi del consumatore ciò che appariva era l’enfasi grafica che indicava l’applicazione dello sconto su ”tutta la collezione” e non solo su alcuni modelli presenti in negozio”.
Parlando del messaggio dell’offerta “48 mesi senza interessi”, “per il quale la società avrebbe assunto l’erroneità delle conclusioni raggiunte dall’Autorità, che le avrebbe imputato un fatto che, in effetti, era addebitabile all’ente finanziatore”, secondo i giudici l’argomentazione difensiva di Poltronesofà “è palesemente infondata” in quanto l’azienda “ha fatto proprio e veicolato, a fini pubblicitari, il messaggio de quo e dunque poco rileva che la relativa offerta sia stata confezionata da altri, nel momento in cui il Professionista se ne serve per scopi propri”. Motivazioni che dunque hanno portato alla conferma della multa da un milione di euro.