Quali sono le alternative alla caldaia a gas? Un quesito che è lecito porsi, visto e considerato che il RePower Eu, piano per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’Unione europea, prevede entro il 2029 lo stop alla loro vendita. Partire dal riscaldamento domestico per sostituire l’uso delle fonti fossili con le energie rinnovabili, dunque, è il piano a cui pensa l’Ue, anche “attraverso limiti di progettazione ecocompatibile più rigorosi per i sistemi di riscaldamento, che implicano il 2029 come data finale per l’immissione sul mercato di caldaie a combustibili fossili autonome”.
Una delle principali alternative alla caldaia a gas è la pompa di calore. A spiegare cos’è è il “Corriere della Sera”: “Si tratta di un impianto che sfrutta l’energia termica, la estrae e la trasferisce da un ambiente più freddo a uno più caldo per mantenerlo tale. Per fare questo, la pompa di calore raccoglie energia da una fonte naturale, che può essere aria, acqua o terreno, e lo trasporta dentro l’edificio alla temperatura idonea. Alcuni apparecchi sono bivalenti e permettono sia di riscaldare gli ambienti che di raffreddarli, così da poter essere utilizzati tutto l’anno”. E il prezzo? Varia a seconda del tipo di intervento, della tipologia della pompa di calore (ne esistono quattro: aria-acqua, aria-aria e geotermica) e dai vari modelli sul mercato, ma “anche della dimensione dell’appartamento. Secondo la comparazione dei prezzi di Edilnet, per un impianto ad uso domestico (10 kw in media) siamo su cifre sempre superiori ai duemila euro”.