Quali sono le alternative alla caldaia a gas? Un quesito che è lecito porsi, visto e considerato che il RePower Eu, piano per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’Unione europea, prevede entro il 2029 lo stop alla loro vendita. Partire dal riscaldamento domestico per sostituire l’uso delle fonti fossili con le energie rinnovabili, dunque, è il piano a cui pensa l’Ue, anche “attraverso limiti di progettazione ecocompatibile più rigorosi per i sistemi di riscaldamento, che implicano il 2029 come data finale per l’immissione sul mercato di caldaie a combustibili fossili autonome”.



Una delle principali alternative alla caldaia a gas è la pompa di calore. A spiegare cos’è è il “Corriere della Sera”: “Si tratta di un impianto che sfrutta l’energia termica, la estrae e la trasferisce da un ambiente più freddo a uno più caldo per mantenerlo tale. Per fare questo, la pompa di calore raccoglie energia da una fonte naturale, che può essere aria, acqua o terreno, e lo trasporta dentro l’edificio alla temperatura idonea. Alcuni apparecchi sono bivalenti e permettono sia di riscaldare gli ambienti che di raffreddarli, così da poter essere utilizzati tutto l’anno”. E il prezzo? Varia a seconda del tipo di intervento, della tipologia della pompa di calore (ne esistono quattro: aria-acqua, aria-aria e geotermica) e dai vari modelli sul mercato, ma “anche della dimensione dell’appartamento. Secondo la comparazione dei prezzi di Edilnet, per un impianto ad uso domestico (10 kw in media) siamo su cifre sempre superiori ai duemila euro”.

CALDAIA A GAS, LE ALTERNATIVE

Non solo la pompa di calore: anche l’impianto a biomassa è una valida alternativa alla caldaia a gas. Essa, scrive il “CorSera”, “sfrutta l’energia dalla combustione di una biomassa, che può essere legna da ardere, pellet, cippato o segatura, a seconda del modello. I materiali destinati alla combustioni sono meno costosi di circa il 30-50% rispetto al gas”. I prezzi? Variano dai 600 agli 8.700 euro.
Infine, spazio alla stufa a pellet, che è una tipologia degli impianti a biomassa molto richiesta. Quelle ad aria sono le più tradizionali e funzionano “riscaldando, appunto, l’aria come farebbe una stufa a legna. Il loro utilizzo è limitato principalmente al riscaldamento di ambienti non troppo ampi, una singola stanza. Generalmente il suo costo si aggira intorno ai 500 euro, più circa altri 100/150 di installazione”. Il modello a pellet idro, detto anche idrostufa a pellet, “può essere usato per riscaldare sia l’aria che l’acqua e in questo modo può sostituire i classici scaldabagni elettrici o a gas. Il suo prezzo varia tra i 1.500 e i 4mila euro, a cui si sommano mille o 1.500 euro di installazione”. Infine, le stufe a pellet canalizzate possono essere sia ad aria che idro e non si limitano a un solo ambiente: con un sistema di canalette il calore può essere distribuito per l’intero immobile (prezzo nel range 1.200-5mila euro per il prodotto più mille-2mila euro per l’installazione).

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