Dopo due mesi di lockdown da Coronavirus, anche Pompei si prepara a riaprire i battenti: la città campana, distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 DC, è diventata un museo a cielo aperto ed è da sempre una delle mete turistiche più apprezzate in Italia. Tra poco dunque tantissime persone potranno tornare ad ammirare i resti di quella civiltà, e potranno assistere a quella che potrebbe essere una nuova, grande scoperta: gli scavi recenti infatti hanno rivelato la scoperta di un nuovo graffito, vergato su una parete di un nero brillante. C’è un fiore bianco che ovviamente risalta immediatamente sul muro e, poco distante, qualcuno ha inciso la parola “Mummia”. Cosa significa? Nessuno può davvero saperlo, ma intanto bisogna riferire che il luogo del ritrovamento si trova a Nord della città di Pompei, appena fuori dalle mura di quella che era una colonia dell’Impero Romano.
POMPEI, NUOVA GRANDE SCOPERTA
Gli scavi hanno portato alla luce pareti dipinte e architetture: tutto fa pensare a una struttura, “una grande e importantissima villa suburbana, imponente e affacciata sul mare” come ha detto Massimo Osanna (direttore del Parco Archeologico) che ha aggiunto come nelle stalle potessero eventualmente essere ospitati cavalli di gran razza. Una dimora ricca, di età augustea: dimensioni importanti, locali di rappresentanza che sono affiancati a quelli di servizio e lavoro, solo parzialmente danneggiata dal terremoto che aveva preceduto l’eruzione. I nuovi scavi sono stati finanziati con 2 milioni di fondo del Parco, e si collegano a un progetto voluto dalla Procura di Torre Annunziata e il procuratore Pierpaolo Filippelli, i carabinieri e lo stesso Parco.
Già all’inizio del XX secolo la villa suburbana era stata in parte scavata, ma non si erano avute scoperte sostanziali; ora questa scritta apre nuovi e interessanti scenari. Ci si chiede, e ci si chiederà per parecchio tempo, cosa possa voler dire “Mummia”: un’ipotesi , come riportato da RaiNews, è che possa riferirsi alla famiglia dei Mummii. Si trattava di una famiglia che a Roma era importantissima, ma della quale fino a oggi non c’erano tracce, indizi o prove che ne riconducessero una presenza a Pompei. Chissà, forse il figlio o la figlia di questo esponente della famiglia ha vergato quella parola per attestare fisicamente di essere in quel luogo, in quel tempo: è sicuramente una scoperta affascinante come tutti i ritrovi archeologici che possano riportare alla luce tracce di un passato dimenticato e, mai come in questo caso il termine è corretto, sepolto.