La Cina rappresenta la sfida più grande per il “mondo libero”. A lanciare l’allarme è Mike Pompeo, segretario di Stato Usa durante la presidenza Trump. Ne parla al Giornale, spiegando quanto sia «essenziale che Italia e Stati Uniti si uniscano per contrastare la visione del mondo della Cina». L’obiettivo del Partito comunista cinese, secondo il politico e imprenditore americano, è «modificare radicalmente il sistema internazionale libero e aperto che esiste dalla fine della seconda guerra mondiale per conseguire gli obiettivi autoritari e le ambizioni egemoniche». A tutti i livelli, quindi anche militare, oltre che economico e diplomatico. La Belt and Road Initiative (BRI), nota anche come la Via della Seta, è per Pompeo l’esempio più importante degli sforzi di Xi Jinping.



Il programma non è stato pensato solo per espandere i mercati esteri delle aziende cinesi, ma anche per attirare alcune élite nell’orbita geopolitica cinese. «Gli accordi stessi sono spesso unilaterali a favore di Pechino, anticipati dalla promessa di massicci progetti infrastrutturali e futuri investimenti cinesi», spiega Pompeo. La realtà sarebbe però ben diversa, infatti l’ex segretario di Stato americano parla di «trappole del debito, costruzioni pericolosamente imperfette e promesse non mantenute». Sulle colonne del Giornale cita anche la scelta dell’Italia nel 2019 di aderire a questa rete, su cui aveva già allora espresso le sue perplessità. «Questa “partnership” non ha fatto altro che aggravare il deficit commerciale dell’Italia con la Cina e ha permesso a Pechino di estendere la propria influenza all’interno del paese».



LE BUGIE DELLA CINA E I DIRITTI VIOLATI

Mike Pompeo nella sua analisi cita anche la pandemia Covid e la «campagna di disinformazione globale» del Partito Comunista Cinese, «tale da affermare che fosse l’Italia all’origine della pandemia, pubblicizzando al contempo la risposta del governo cinese». Questo per l’ex segretario di Stato Usa conferma che il PCC «si preoccupa solo dei propri interessi mentendo, imbrogliando e rubando per imporli». Sulle colonne del Giornale sottolinea, quindi, che «il popolo italiano merita di meglio e il presidente del Consiglio Meloni ha fatto la scelta giusta ritirando l’Italia dalla BRI. Questo è ciò che è meglio per l’Italia e il suo popolo, e la sua decisione dovrebbe essere applaudita. E spero che apra la strada a relazioni commerciali ed economiche ancora migliori tra Italia e Stati Uniti». Ma serve uno sforzo da parte di tutta l’Europa, insieme agli Stati Uniti, per arginare le ambizioni cinesi, «soprattutto perché la Cina ha stretto legami più profondi con personaggi del calibro di Valdimir Putin».



Pompeo ricorda come gli acquisti di petrolio russo da parte di Pechino dopo l’invasione dell’Ucraina abbiano aiutato il Cremlino nonostante le sanzioni occidentali. «Continuare a sostenere l’Ucraina nella sua lotta per difendersi dall’aggressione russa uno sforzo al quale l’Italia ha nobilmente contribuito è altrettanto importante per stabilire una deterrenza con la Cina». Ma Pompeo evidenzia anche le «enormi violazioni dei diritti umani». Infatti, fa riferimenti ai «tanti credenti cristiani in Cina che saranno costretti a celebrare la nascita di Cristo nascondendosi per paura di ritorsioni. Questa oscura realtà, ancora più visibile nei campi di concentramento dello Xinjiang, ricorda come il PCC vede la fede e i diritti umani fondamentali. Dobbiamo opporci insieme».