Nella notte tra il 23 e il 24 febbraio, dopo l’invasione dell’Ucraina, Lev Ponomarev ha lanciato su change.org una petizione contro la guerra scatenata dalla Russia che ha raggiunto oltre un milione di firme, un record per una petizione in lingua russa. Il cofondatore dell’ong Memorial, primo oppositore di Vladimir Putin, sapeva che non poteva restare in Russia. Infatti, a giugno è stato informato da due fonti del suo imminente arresto, quindi il difensore dei diritti umani si è rifugiato per un mese a Tbilisi, in Georgia, mentre otteneva un visto per la Francia, dove vive con la moglie.



Membro della Duma dal 1990 al 1995 e poi impegnato nella difesa dei diritti umani, Lev Ponomarev ha vissuto in prima persona il caos degli anni di Eltsin. Ora da Parigi l’oppositore lavora per rafforzare l’unità nei ranghi dell’opposizione russa in esilio e per tenersi in contatto con loro. «È importante che queste persone capiscano che non sono sole, che le loro opinioni e i loro sentimenti sono condivisi da molti altri come loro», ha dichiarato a La Croix. Dunque, per il dissidente il presidente russo Vladimir Putin va sconfitto affinché una pace duratura torni nel continente europeo. «L’Occidente deve fornire all’Ucraina le armi pesanti di cui ha bisogno per porre fine all’occupazione fascista del suo territorio».



“PUTIN HA PAURA DI TUTTI, NEGOZIARE NON HA SENSO”

Lev Ponomarev non nasconde il suo disaccordo con Emmanuel Macron sulle «garanzie di sicurezza» che dovrebbero essere offerte alla Russia nel quadro di una soluzione negoziata. «Negoziare qualsiasi tipo di garanzia con Putin non ha senso. L’idea che la Russia sia minacciata è un’invenzione del presidente russo», ha aggiunto il dissidente. Per Ponomarev, il capo del Cremlino alimenta una visione paranoica di una Russia impegnata in un confronto permanente con l’Occidente che sarebbe intenzionato a distruggerla. «Putin ha paura di tutti», ha detto a La Croix. D’altra parte, la situazione interna del Paese sta diventando sempre meno stabile con l’emergere di poteri paralleli attorno ai gruppi paramilitari di Yevgeny Prigozhin e Ramzan Kadyrov.



L’auspicio dell’oppositore è che la Russia abbia un futuro in cui sia finalmente libera dal suo progetto neo-imperiale. «I Paesi occidentali dovranno subordinare la revoca delle sanzioni alla liberazione dei prigionieri politici, al giudizio sui crimini di guerra commessi dal regime, al pagamento di risarcimenti da parte dello Stato russo all’Ucraina e all’organizzazione di libere elezioni sotto controllo internazionale», ha concluso Ponomarev, invitando l’Occidente a sostenere la futura democratizzazione della Russia, come le potenze alleate fecero con la Germania dopo la Seconda guerra mondiale.