Alle 10,20 di ieri mattina ad Albiano, al confine tra le province della Spezia e Massa, è accaduto un miracolo. Il ponte sul fiume Magra è collassato improvvisamente coinvolgendo solo due automezzi, un furgone del corriere Bartolini e una Panda rossa della Tim, i cui conducenti se la sono cavata con lievi ferite causate dal contraccolpo. Le campate hanno ceduto e si sono accasciate sul letto del fiume, lasciando intatti i veicoli, rimasti aggrappati ai tronconi della carreggiata.



È il primo e paradossale effetto del coronavirus che da settimane ha tolto dalle strade la maggior parte del traffico. In tempi normali infatti quel ponte è molto frequentato, essendo l’unico che attraversa il Magra sulla direttrice La Spezia-Aulla e immette sulla statale 62 che dalla Val di Magra sale alla Cisa, parallelamente all’autostrada A15. Gli abitanti di Albiano (Massa) e Ceparana (La Spezia) sono soliti attraversare il fiume sul ponte costruito, nel 1906, per dirigersi a valle, verso S. Stefano di Magra e Sarzana, per cui su quelle arcate ogni mattina si è sempre formata una lunghissima coda di auto.



Questo crollo assomiglia in piccolo a quello del ponte Morandi. Ma è venuto giù senza motivi apparenti, in una soleggiata mattina di primavera, con temperature miti, in assenza di vento e pioggia. Appena la struttura in cemento armato è crollata gli abitanti della zona hanno sentito un forte odore di gas per la rottura di una conduttura che ha costretto per ore a bloccare la zona, mentre i tecnici dell’azienda sono intervenuti per arginare la falla dei tubi tranciati con il crollo. Forti poi i disagi per l’interruzione della fornitura di acqua anche nel soprastante borgo di Caprigliola, sul versante toscano. Nel pomeriggio di ieri la zona era inaccessibile per effetto del sequestro giudiziario emesso dal magistrato della procura di Massa che ha aperto un’inchiesta. Gli abitanti della zona hanno fatto presente i continui interventi di manutenzione da parte dell’Anas, l’ente a cui spetta il controllo e la manutenzione della struttura. Secondo La Gazzetta della Spezia, un giornale locale online, il sindaco di Aulla sarebbe intervenuto lo scorso anno presso l’ente per  chiedere interventi di manutenzione. La risposta avrebbe rassicurato l’amministrazione locale, escludendo rischi statici.



In Italia, la nazione in cui ultimamente crollano i ponti, sembra un copione già scritto. Strutture antiche che sembrano eterne, ma che non ricevono adeguati interventi di manutenzione, ed enti che assicurano la sicurezza, ma che evidentemente commettono grossolani errori. Progetti di strade e ammodernamento delle infrastrutture che rimangono solo sulla carta. In questa zona infatti da decenni è prevista la costruzione di un nuovo un ponte con un collegamento tra Albiano/Ceparana e S. Stefano. Non se ne è fatto nulla, forse per l’impossibilità di mettere d’accordo due Regioni, Liguria e Toscana. Le ragioni burocratiche e amministrative spesso prevalgono, anche se la popolazione della Lunigiana e della Val di Magra vivono a stretto contatto e il territorio e il tessuto socio-economico sono profondamente integrati. È noto che nelle capitali degli antichi ducati, Genova e Firenze, molte istanze delle periferie non vengono mai prese in considerazione.

Altri due esempi di questa paralisi tutta italiana si notano proprio sulla strada provinciale che porta verso il ponte distrutto ieri. Sulla carreggiata che dopo la Spezia valica le colline e si immette nella spaziosa valle del fiume che i Greci chiamarono “macros” (grande) per giungere ad Albiano, emergono due grandi incompiute. Si passa infatti vicino all’area del nuovo ospedale, ideato vent’anni fa, appaltato all’unica società concorrente e ora bloccato per problemi strutturali alle fondamenta e causa di un contenzioso tra il comune della Spezia, la Regione Liguria e la società vincitrice dell’appalto.

A circa un chilometro emergono poi i pertugi di gallerie incomplete e gli scheletri dei viadotti della variante Aurelia, anch’essa progettata oltre trent’anni fa, realizzata solo in parte e bloccata totalmente da oltre 2 anni. A questo collasso della burocrazia italiana si aggiunge oggi il ponte di Albiano, nella civilissima Toscana, al confine con l’operosa Liguria. Sono tante le domande e qualche risposta bisognerà pur iniziare a darla.