Dopo la lunghissima giornata di scontro tra Governo e Aspi e all’interno della stessa maggioranza, in serata arriva la sentenza della Corte Costituzionale che di fatto dà torto ad Autostrade per l’Italia nella vicenda del Ponte Morandi e della sua ricostruzione. «L’eccezionale gravità della situazione giustifica l’esclusione di Aspi dai lavori per la ricostruzione del ponte di Genova», questa è la motivazione della sentenza con la quale la Consulta ha respinto i 6 ricorsi del Tar della Liguria dopo aver sollevato dubbi di costituzionalità per l’esclusione di Aspi dalla ricostruzione (in particolare, era l’articolo 41 quello a cui si era appellato il board di Atlantia). «La Corte ha ritenuto non fondate le questioni relative all’esclusione legislativa di Aspi dalla procedura negoziata volta alla scelta delle imprese alle quali affidare le opere di demolizione e di ricostruzione. La decisione del Legislatore di non affidare ad Autostrade la ricostruzione del Ponte è stata determinata dalla eccezionale gravità della situazione che lo ha indotto, in via precauzionale, a non affidare i lavori alla società incaricata della manutenzione del Ponte stesso», riporta l’ufficio stampa della Corte Costituzionale in attesa che nei prossimi giorni emergano nel dettaglio le motivazioni integrali dell’importante sentenza odierna.
Nel pomeriggio, dopo le bordate del M5s contro la scelta di affidare ancora la concessione del nuovo Ponte Morandi ad Aspi (fino ad eventuale revoca, ndr) era anche uscita una nota di Autostrade per l’Italia dove sottolineavano la completa collaborazione data in questi 2 anni dopo l’esclusione nel Decreto Genova: «Autostrade per l’Italia, nel corso di questi due anni, ha supportato in ogni modo la realizzazione del nuovo viadotto sul Polcevera facendosi carico della totalità delle spese di demolizione e costruzione. Le risorse complessivamente stanziate per Genova, sotto forme di indennizzi e sostegno a cittadini e imprese, sono superiori ai 600 milioni di euro», scrive Aspi ribadendo poi di aver cambiato management e tutti i processi aziendali.
DI MAIO “ABBIAMO PROMESSO, MAI PIÙ BENETTON A GESTIRE IL PONTE”
Confermando sostanzialmente la linea del partito, Luigi Di Maio in un post molto polemico ribadisce che per i 5Stelle – questa volta tutti uniti nella medesima direzione – la vicenda del Ponte di Genova non può concludersi con l’affidamento ad Aspi. «Non è vendetta, né un capriccio, né uno slogan. È più semplicemente la politica. In politica nulla ha più valore se non ti ricordi degli occhi delle persone con cui parli. Non voglio esprimere sentenze, né alimentare scontri, non ce n’è bisogno in questo momento. Credo solo che vada subito risolta la questione», spiega il Ministro degli Esteri ricordando gli incontri conte famiglie delle vittime del Ponte Morandi e le promesse fattegli in quelle occasioni.
«Il ponte non lo avrebbero costruito i Benetton, ma un’azienda di Stato. Infatti lo hanno costruito Fincantieri con Webuild» e poi «avevamo promesso che i Benetton non avrebbero più gestito le autostrade. Tantomeno il ponte». Ecco che Di Maio conclude il post su Facebook «Entrambe queste promesse ora vanno mantenute. La politica senta dentro di sé il peso di queste due promesse. E passi ai fatti». Dall’ex Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli arriva l’ulteriore “frecciata” ai compagni di Governo del Pd «Salvini e la Lega sul ponte di Genova devono solo tacere. Nel Conte 1 si sono opposti alla revoca quando avrebbero potuto votarla col M5s. Hanno sempre frenato e messo i bastoni tra le ruote. Ora il Pd non faccia come Salvini e ci permetta di togliere ai Benetton le nostre autostrade».
CONTE “CHIUDERE DOSSIER ENTRO FINE SETTIMANA”
«Sul Ponte Morandi io sono stato molto chiaro: il dossier va chiuso»: così il Premier Giuseppe Conte risponde a margine della conferenza stampa in Spagna con l’omologo Pedro Sanchez. Il tema Aspi sta spaccando il Governo con il Pd che difende la scelta della Ministra De Micheli e il M5s invece attacca invocando il “Benetton mai più” per il Ponte Morandi. Il Presidente del Consiglio conferma la linea dura e annuncia ai giornalisti «vi invito a valutare il comportamento del Governo al termine della procedura e ho già detto ai Ministri che mi aspetto di poter chiudere questo dossier a fine settimana, non vorrei andare oltre».
Secondo Conte la situazione è sempre più «paradossale e rischia di diventare assurda: fino a quando il concessionario è Autostrade è evidente che il ponte non può che automaticamente essere nella concessione di Autostrade, ecco perché bisogna affrettarsi a chiudere questa procedura». A chiosa della risposta, il Capo del Governo aggiunge «Dovremo chiuderla – e i Ministri sanno che serve la fretta di tutta la comunità e del Governo – perché si rischia di entrare nell’assurdo. Sottoscrivo in pieno la nota delle famiglie di sfollati e vittime del Ponte Morandi» che dicevano a commento della firma di De Micheli sull’affidamento del Ponte ad Aspi «siamo basiti, è una sconfitta politica».
M5S VS PD “BASTA BENETTON A GENOVA”
La notizia del ritorno di Autostrade per l’Italia in gestione del nuovo Ponte di Genova dopo la caduta del Morandi, avvenuta il 14 agosto 2018, ha inevitabilmente suscitato le reazioni del mondo della politica, che, attraverso gli spazi offerti dai social network, ha fatto immediatamente sentire la propria voce. È il caso, ad esempio, del capo politico del Movimento Cinque Stelle, Vito Crimi, che ha twittato: “Il Ponte di Genova non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton. Non possiamo permetterlo. Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane. Su questo il M5S non arretra di un millimetro”. Dura presa di posizione anche da parte del leader della Lega Matteo Salvini, che approfitta della situazione per lanciare una frecciatina ai pentastellati: “Confermata la concessione ad Autostrade? Cosa non si fa per salvare la poltrona! 5 Stelle ridicoli e bugiardi, due anni di menzogne e tempo perso: colpa di Salvini anche questo?”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
PONTE GENOVA AD ASPI, L’ANNUNCIO DI DE MICHELI
«Ho firmato la lettera per affidamento a Aspi», così la Ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli conferma lo scoop della Stampa che aveva già dato ieri sera la notizia del “ritorno” di Autostrade per l’Italia in gestione del nuovo Ponte di Genova dopo la caduta del Morandi nel tremendo 14 agosto 2018. «Confermo che il nuove Ponte Morandi sarà gestito da Autostrade. Ho scritto io la lettera al sindaco Bucci. La gestione va al concessionario, che oggi è Aspi ma sulla vicenda c’è ancora l’ipotesi di revoca», sottolinea la De Micheli intervistata da Radio 24 Mattino. La svolta arriva solo 24 ore dopo la conferenza stampa del Governo sul nuovo Dl Semplificazioni dove lo stesso Premier Conte aveva lanciato una sorta di “ultimatum” ad Aspi in merito alle concessioni autostradali: «accettino le nostre proposte altrimenti si attiva la revoca immediata».
Dopo qualche ora la nuova concessione data per il Ponte di Genova potrebbe consigliare che i vertici di Atlantia possano essere “inclini” ad accettare le proposte del Governo ponendo fine ad una guerra durata 2 anni e che, su ammissione di Conte ieri, ha di fatto reso il caos attuale in Liguria e non solo tra cantieri e manutenzioni della rete autostradale italiana.
PONTE GENOVA AD ASPI, IRA TOTI
Immediata la replica del Governatore della Regione Liguria Giovanni Toti che già nelle scorse settimane aveva attaccato il Governo per non avere risolto in breve termine la “guerra” con Aspi sulle concessioni: «Ebbene, dopo due anni di minacce, immobilismo, proclami, giustizia promessa e rimandata il ponte di Genova verrà riconsegnato proprio ad Autostrade, come ha ordinato il Governo M5s-Pd. Voi ridate il ponte ad Autostrade senza ottenere nulla.». Sempre su Facebook, il n.1 ligure conclude «Noi continuiamo a lavorare per l’interesse dei liguri. E intanto per la tragedia del Morandi e per le sue 43 vittime nessuno ancora ha pagato. Mentre a Roma litigavate, noi in Liguria almeno abbiamo ricostruito il ponte. Forse abbiamo ringhiato meno di voi… ma visti i risultati…».
Ieri in Senato l’Anac ha stroncato la manutenzione di Aspi sulle autostrade in Liguria e nel resto del Paese accusandoli anche di aver utilizzato scarsa collaborazione durante le indagini negli scorsi mesi: la risposta secca di Autostrade per l’Italia è giunta poco dopo con una nota pubblica «Le affermazioni rilasciate oggi in audizione al Senato dal Presidente facente funzioni dell’Anac sono basate su valutazioni superficiali e su dati e fatti totalmente errati. […] L’autorità sembra non tenere minimamente conto che Aspi ha avviato un’ulteriore e significativa accelerazione delle spese di manutenzione e di ammodernamento della rete, con un Piano di Trasformazione che prevede una spesa complessiva tra manutenzione e investimenti pari a 7,5 miliardi di euro entro il 2023». La partita Benetton-Governo resta ancora aperta ma l’affidamento del Ponte di Genova è un possibile punto di svolta che potrà avere frutti già nei prossimi decisivi giorni.