Il crollo del ponte Morandi a Genova è una ferita ancora aperta, anche perché è in attesa di giustizia. Era il 14 agosto 2018 quando l’intero sistema bilanciato della pila 9 del viadotto del Polcevera crollò causando la morte di 43 persone e 566 sfollati. Nel luglio 2020 iniziò il processo, il mese dopo venne inaugurato il nuovo viadotto Genova San Giorgio, costruito su disegno dell’architetto Renzo Piano, ma per la sentenza di primo grado bisognerà aspettare il 2024, ma non è neppure realistico. Il procuratore capo di Genova, Francesco Pinto, l’anno scorso annunciava già che sarà difficile per questo processo rispettare i parametri costituzionali della durata ragionevole. «Lo Stato ci ha abbandonato. I miei genitori ottantenni non hanno ricevuto neppure un telegramma di condoglianze. Nessuno ci ha cercato. Ci ha chiamato solo il Comune di Genova due mesi dopo quel 14 agosto 2018», ha dichiarato in questi giorni Egle Possetti, presidente del Comitato “Parenti vittime ponte Morandi”, che è parte civile nel processo.



Ci sono 59 imputati tra dirigenti, funzionari e tecnici. Le accuse sono di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Invece, due società coinvolte nell’inchiesta, Autostrade per l’Italia e Spea (Società progettazioni edili autostradali), imputate per la responsabilità amministrativa, hanno patteggiato durante l’inchiesta, evitando così evitato sanzioni interdittive che avrebbero impedito di svolgere le loro attività, versando in totale circa 30 milioni di euro.



CROLLO PONTE MORANDI, TOTI CONTINUA A CHIEDERE GIUSTIZIA

Regione Liguria ha deciso di ricordare la tragedia del ponte Morandi, a cinque anni dal disastro, tramite il maxischermo sulla facciata del palazzo di Piazza De Ferrari, su cui compariranno i nomi delle 43 vittime. Il governatore Giovanni Toti parteciperà alla cerimonia di commemorazione presso la Radura della Memoria. «È una ferita ancora aperta per tutti noi e soprattutto per le famiglie delle 43 vittime a cui va il mio pensiero. Dal processo in corso, attraverso le testimonianze e le parole degli indagati, sono emerse verità che ci hanno lasciati sgomenti», ha dichiarato il presidente della Liguria. Il suo auspicio «è che i giudici dimostrino la colpevolezza di chi si è reso responsabile di questa immane tragedia, che ha colpito l’Italia intera». Per il governatore è «irrinunciabile mantenere alta l’attenzione e continuare a ricordare quanto accaduto».



Toti conclude che «Genova e la Liguria non potranno mai dimenticare ma, al contempo questa città e tutta la regione sono state capaci di reagire con coraggio e determinazione, diventando un esempio per l’Italia e per il mondo». Per il governo alla commemorazione sarà presente il vicepremier e ministro alle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa che manderà solo un messaggio. Ma il Comune di Genova, insieme al Comitato “Parenti vittime ponte Morandi”, ha promosso una serie di momenti commemorativi.