Un anno prima del crollo del Ponte Morandi, Michele Donferri Mitelli, ex direttore manutenzioni di Autostrade per l’Italia, ignaro di essere intercettato, parlava così in una riunione: “Io oggi ho un problema: devo spendere il meno possibile“. Secondo i pm è proprio questa politica del risparmio che ha portato la tragedia del Ponte Morandi: una strategia finalizzata a far guadagnare utili agli azionisti. Un anno dopo, il 14 agosto 2019, il crollo del viadotto: una delle più gravi tragedie della storia recente italiana. Come riportato da TV7, l’ipotesi che il ponte di Genova potesse crollare non era fantascienza all’interno di Autostrade, tanto che era stata messa sul tavolo anche l’opzione di chiudere al traffico il passaggio e demolire. Erano stati i sopralluoghi effettuati dai tecnici a chiarire che lo stato della struttura imponeva un tipo di intervento urgente.



PONTE MORANDI: ASPI SAPEVA DEL RISCHIO DI UN CROLLO

I dirigenti che avevano il compito di garantire la sicurezza della rete stradale italiana nelle loro telefonate ironizzavano sui monitoraggi – clicca qui per l’inchiesta esclusiva di TV7 con gli audio originali – anziché provvedere ad intervenire. Il colonnello Ivan Bixio, della Guardia di Finanza di Genova, intervistato dal programma di Rai Uno ha ammesso: “Questa è stata un’indagine senza precedenti, nella sua tragicità e anche nelle attività effettuate. Sono stati acquisiti circa 60 terabyte di dati informatici, indicizzati qualcosa come 36 miliardi di file. Siamo rimasti tutti scioccati dall’evento. La storia della mamma di Mirko Vicini mi ha colpito: questa mamma che è rimasta vicina alle macerie del Ponte Morandi fino a quando non hanno trovato i resti del figlio“. Non può non suscitare rabbia e indignazione che nella relazione di “Autostrade per l’Italia” venisse messo in conto il rischio crollo del viadotto Polcevera per “ritardati interventi di manutenzione” e nessuno abbia comunque deciso di intervenire. Il rischio veniva considerato “basso” vista la presenza dei sensori che avrebbero lanciato un segnale d’allarme in caso di pericolo: peccato che quei sensori brandeggiassero nel vuoto, erano di fatto inesistenti. Roberto Battiloro, papà di Giovanni, vittima del crollo, tra le lacrime dice di aspettarsi che “questa giustizia condanni tutti gli indagati all’ergastolo per aver assassinato mio figlio“.



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