Il pianto e il dolore prima di ogni commento è quanto è rimasto oggi a Genova durante le commemorazioni ad un anno dal crollo del Ponte Morandi: tra politici e semplici familiari delle vittime, il cordoglio e la voglia di rinascere è fortissima dalla Liguria fino ad ogni parte d’Italia vicina al dolore delle famiglie colpite dalla strage sotto le ceneri di quel viadotto così storico e così pericoloso. «La richiesta di giustizia dei familiari è quella di tutta Italia. Piloni vecchi o nuovi non riportano indietro le.persone ma sono simbolo di un’Italia che rinasce», spiega brevemente ai cronisti un Matteo Salvini commosso alla fine della cerimonia guidata dal Cardinal Bagnasco. Infine il vicepremier aggiunge «La sensibilità dei parenti prevale su tutto, qualsiasi richiesta o giustificata rabbia è la mia. Poi ci sono avvocati, giudici e tecnici che lavorano. Vedere i piloni nuovi al posto di quelli vecchi…. lo commentavo con qualche papà: il pilone non porta indietro ma è un segno di rinascita». Per l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, resta un dovere revocare le concessioni ad Atlantia «Siamo qui oggi per commemorare le 43 vittime e perché chi doveva manutenere questo ponte non ha fatto il suo dovere. Di fronte a tragedie come questa, il nostro dovere è avviare le procedure per revocare le concessioni». Importante il passaggio descritto dal Governatore Giovanni Toti che ai familiari delle vittime del Morandi ha detto «Il dolore si può lenire solo con la verità e solo un tribunale può farlo. La strage di Genova non può rimanere uno dei troppi avvenimenti italiani in cui c’è poca verità». (agg. di Niccolò Magnani)
Card. Bagnasco “crollo Ponte Morandi un’apocalisse”
«Abbiamo inciso nei cuori quei giorni di apocalisse che ci ha lasciato senza respiro, ci ha fatto sentire svuotati come se tutto fosse precipitato nel buio», è il passaggio centrale dell’omelia del Cardinal Bagnasco alle celebrazioni per il crollo de Ponte Morandi un anno dopo la tragedia del 14 agosto 2018. Per l’arcivescovo di Genova quelle 43 vittime «sono angeli della città. Genova non li dimenticherà mai. Vorremmo che i parenti non si sentissero soli». Durissimo il passaggio invece dedicato dai familiari delle vittime alla fine delle commemorazioni, tramite la Presidente del comitato Egle Possetti «La loro è stata una condanna a morte. Vogliamo giustizia perché un Paese democratico non può essere senza giustizia». Dopo esser venuto via dal capannone dove si stava tenendo la Santa Messa, il n.1 di Autostrade per l’Italia Castellucci assieme a tutto il board di Aspi ha fatto sapere in una nota «A un anno dalla tragedia del Ponte Morandi, il Cda di Autostrade per l’Italia, quello di Atlantia e i lavoratori di tutto il gruppo rinnovano il cordoglio e la compassione più sincera per le vittime del crollo e per il dolore dei loro familiari. Siamo consapevoli e profondamente rammaricati per la gravità delle sofferenze causate alla comunità». Brevi ma importanti i messaggi lanciati da Mattarella, Conte, Toninelli, Toti e il sindaco Bucci, con in particolare quest’ultimo che ha annunciato dal palco «È un momento di ricordo e commemorazione, Genova vuole crescere, si merita delle infrastrutture di primo livello, la città è unita e sta collaborando. Sia sul lato ovest che est del ponte anche oggi stiamo lavorando, non abbiamo interrotto i lavori, la nuova pila 9 è quasi a 20 metri, abbiamo già 11 pile con fondamenta. stiamo rispettando il piano dei lavori, sono convinto che a fine aprile 2019 inaugureremo il ponte». (agg. di Niccolò Magnani)
Genova, delegazione Aspi se ne va dalle celebrazioni
Sono cominciate le commemorazioni da Genova per il primo anniversario dell’orrenda strage sotto il Ponte Morandi: la S.Messa presieduta e celebrata dall’Arcivescovo di Genova Card.Bagnasco è cominciata poco dopo le ore 10 quando assieme ai parenti delle vittime e alle istituzioni locali sono arrivati anche i rappresentanti del Governo, dell’opposizione e ovviamente anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Poco fa, come da programma, è andata in scena la toccante cerimonia con la citazione di tutti i nomi delle vittime rimaste schiacciate e colpite sotto il crollo del viadotto sul Polcevera: silenzio e lacrime domano la scena anche se poco prima dell’inizio delle commemorazioni si è assistito ad una scena piuttosto particolare e dai risvolti certamente non “sereni”. Giovanni Castellucci, ad di Atlantia – la società che controlla Autostrade per l’Italia – si era recato assieme alla sua delegazione sul luogo della Santa Messa (un capannone a due passi da quello che fu il Ponte Morandi, ndr): diversi parenti delle vittime hanno però cominciato a lamentare la presenza di chi vedono come principale responsabile del crollo (anche se è in corso un’indagine della Procura di Genova che dovrà stabilire al dettaglio responsabilità e colpevolezze). A quel punto, dopo un breve dialogo con il Premier Conte, Castellucci assieme a tutta l’Aspi ha deciso di allontanarsi da Genova per non creare ulteriori imbarazzi durante le celebrazioni. Il sindaco Bucci ha commentato al Secolo XIX «è opportuno essere alle cerimonie commemorative, ma è giusto rispettare anche il dolore dei familiari». (agg. di Niccolò Magnani)
Genova piange le vittime del Ponte Morandi
Un anno fa, il Ponte Morandi crollò davanti agli occhi increduli dei genovesi. Erano le 11.36 del 14 agosto 2018, quando 43 persone persero la vita in una situazione così drammatica che ha unito il popolo italiano in una gara di solidarietà per le famiglie delle vittime. In seguito al crollo, si è ritenuto opportuno evacuare la zona. Di conseguenza, 566 persona hanno dovuto dire addio alle loro case, ai loro ricordi, agli anni trascorsi in serenità nelle loro dimore con vista Ponte Morandi. Sin da subito, le posizioni differenti in merito alle cause del crollo e soprattutto a chi dovesse assumersi la responsabilità della ricostruzione del viadotto di Genova hanno portato al crearsi di molteplici dibattiti. Tutt’oggi, risultano esserci molti punti bui sulla questione. “Il ponte Morandi è crollato perché non ce la faceva più a stare in piedi”: non si è sbottonato il procuratore Cozzi. Ma le indagini hanno portato alla luce problematiche risalenti agli anni precedenti, tra cui assenza di manutenzione e controlli. Così, si indaga oggi su 71 persone e due società.
Ponte Morandi: le cause del crollo, lo studio della Nasa
Su chi debba assumersi la responsabilità del crollo, quindi, si continua a discutere. Così come rimangono incerte le cause che hanno condotto all’effettiva catastrofe. La drammaticità dell’evento ha portato la notizia ad un livello internazionale, tanto che si sono dedicati al caso studiosi provenienti da tutto il mondo. La Nasa, in particolare, ha sviluppato uno studio in merito al crollo del Ponte Morandi che si basa sulla struttura e i problemi derivanti. Dalle analisi ad opera della Nasa, emerge che sin dal 2015 la struttura ha iniziato a deformarsi, tanto da portare a oscillazioni e movimenti sempre più intensi proprio nel periodo immediatamente precedente al crollo del Ponte Morandi. Il Jet propulsion laboratory di Pasadena ha inoltrato alla procura di Genova i risultati emersi dallo studio. Basandosi sui dati storici del satellite radar Cosmo-SkyMed condivisi dal geologo Carlo Terranova, la Nasa ha potuto rilevare e cogliere i movimenti della struttura del ponte, analizzandoli e fornendo un ritratto degli ultimi anni di vita del ponte.
Ponte Morandi: il crollo guidato
In seguito al crollo, la zona è stata evacuata, per scongiurare ulteriori danni alle persone, nel caso in cui avessero ceduto anche i pilastri rimasti in piedi. Eliminata tale ipotesi, sono stati effettuati ulteriori accertamenti e poi è stato necessario proseguire nell’unico modo possibile. Lo scorso 28 giugno, è avvenuta la demolizione delle pile 10-11 del Ponte Morandi. Ha avuto inizio alle 9 del mattino. Più precisamente, alle 9.38, dopo un forte suono di sirena che ha annunciato l’esplosione. Prima di procedere, le autorità hanno liberato l’area e l’hanno messa in sicurezza. Durante la demolizione, degli idranti sono stati attivati per bagnare il terreno e far sì che le polveri non si disperdessero più del dovuto. Il piano di evacuazione prevedeva che l’area fosse sgombra in un raggio non inferiore ai 300 dalla struttura e che durante la demolizione vigesse il divieto di transito o di sosta nei 400 metri circostanti l’area interessata. Sono state fornite informazioni precise in merito al traffico, in modo da garantire una viabilità sicura sia a privati che ai mezzi pubblici.
Ponte Morandi: il nuovo progetto di Renzo Piano
Entro un mese, sarà pronto il primo pilastro che reggerà il nuove ponte. Sul nome non vi è ancora alcuna certezza, soltanto tante ipotesi. Probabilmente, si sceglierà il nome definitivo soltanto a ridosso dell’inaugurazione del nuovo viadotto. Bucci sostiene che i lavori proseguono come previsto e quindi si sta rispettando la tabella di marcia: “a fine agosto i demolitori avranno finito la loro parte”, spiega. Infatti, il 28 giugno, l’esplosione ha interessato soltanto la parte est. I lavori di demolizione stanno proseguendo anche in questi giorni. Contemporaneamente ha preso il via l’opera di ricostruzione, partendo dalle fondamenta di 11 delle 18 pile che sorreggeranno il nuovo ponte. Verrà completata per prima la pila 9, con i suoi 20 metri di altezza. Così, Bucci conferma: “nella seconda metà di settembre vedremo il primo pezzo, con l’impalcato montato su 2 pile”. Il progetto di Renzo Piano prevede 43 lampioni che si accenderanno di notte, ricordando le 43 vittime: “un’idea di ponte che esprime anche un po’ della nostra parsimonia, del nostro atteggiamento”, lo descrive così l’architetto.