Gli arresti degli amministratori della Tecnodem di Napoli, impresa coinvolta nei lavori di demolizione del ponte Morandi che aveva contatti con ambienti legati alla camorra, in particolare col clan d’Amico del rione Villa a Napoli, sono stati accolti da Marco Bucci, sindaco di Genova e Commissario per la ricostruzione come “la dimostrazione che abbiamo lavorato più che bene”. Il riferimento di Bucci è all’esclusione dai lavori della Tecnodem, avvenuta a maggio, quando era emerso il rischio di “infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso”. Come riportato da TgCom 24, Bucci ha dichiarato:”Abbiamo messo in piedi un sistema molto efficiente che mi auguro sia replicato per tutte le altre infrastrutture importanti per l’Italia. Abbiamo messo su un sistema unico. Si vedrà dai fatti e i fatti stanno dimostrando che va tutto bene”. (agg. di Dario D’Angelo)
IL LEGAME COL CLAN D’AMICO
Sono stati resi noti i nomi dei vertici della Tecnodem srl di Napoli, l’impresa vicina alla camorra coinvolta nei lavori di ricostruzione del ponte Morandi di Genova. Come riportato da “Il Fatto Quotidiano”, si tratta dell’amministratore di fatto, Ferdinando Varlese, pregiudicato di 65 anni di Napoli, e di Consiglia Marigliano, consuocera di Varlese e amministratrice e socio unico dell’azienda, “considerata prestanome“. In particolare l’accusa nei confronti di Varlese è di intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver commesso il fatto per agevolare il clan D’Amico, del rione Villa di Napoli. Le perplessità in ogni caso gravavano sull’impresa già da qualche settimana: lo scorso maggio la Tecnoderm era stata estromessa dai lavori perché ritenuta “permeabile di infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso”. (agg. di Dario D’Angelo)
LE MANI DELLA CAMORRA SUL PONTE MORANDI
Il tentativo della camorra di mettere le mani sulla ricostruzione del ponte Morandi: è questo ciò che emerge da un’inchiesta coordinata dalla Dda di Genova, che ha portato a due ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale ed eseguite dalla Dia di Genova nei confronti degli amministratori della “Tecnodem srl” di Napoli. Il blitz, eseguito tra Liguria e Campagna, ha portato al fermo dell’amministratore dell’impresa “contiguo ad elementi inseriti in organizzazioni camorriste, della Tecnodem S.r.l. di Napoli, società già impegnata nella demolizione del Ponte Morandi, e di una donna considerata prestanome nell’ambito della medesima compagine societaria”. Da quanto emerso, la “Tecnodem” aveva lavori in subappalto per centomila euro nell’ambito delle opere di demolizione del ponte, in corso in queste settimane. Le indagini degli uomini della Direzione investigativa antimafia, sulla base dei primi accertamenti di carattere amministrativo, avevano però consentito agli inquirenti di emettere già nel maggio scorso un’interdittiva a carico dell’azienda, che era stata così estromessa dai lavori.
PONTE MORANDI, IMPRESA VICINA A CAMORRA
L’operazione degli inquirenti non si è limitata soltanto all’arresto dell’amministratore di fatto e della prestanome della “Tecnodem”. La Dia di Genova fa sapere che sono in corso perquisizioni con esecuzione di sequestri preventivi frutto di un’articolata indagine, diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova e condotta dalla Dia. L’esecuzione delle misure cautelari personali e patrimoniali sta avvenendo d’intesa con la Dda della Procura di Napoli. Ulteriori ragguagli sulla vicenda verranno resi noti in una conferenza stampa che si terrà alle ore 11 alla procura della Repubblica di Genova, biblioteca Margherita Ravera. Si tratta in ogni caso di un’inchiesta importantissima, che svela i tentativi da parte di organizzazioni mafiose, nello specifico della camorra, di infiltrarsi nei lavori di ricostruzione del ponte Morandi.