Nel crollo del Ponte Morandi di Genova nell’agosto 2018 rimase coinvolto anche un camion contenente circa 900 chili di droga. Un carico del valore di milioni di euro, tanto che camorra e ‘ndrangheta fecero anche un tentativo per recuperarlo. È quanto emerso da alcune intercettazioni ambientali, risalenti al marzo 2020 e riguardanti l’inchiesta “Blu Notte”, per la quale sono scattati lunedì 48 arresti tra membri di clan calabresi e coordinata dalla procura di Reggio Calabria.
Il gip Vincenza Bellini nell’ordinanza ha scritto che discutendo di «futuri traffici di stupefacente Palaia faceva riferimento a un cargo frigo imbottito di hashish e rimasto coinvolto nel triste evento del crollo del ponte Morandi. Una partita destinata a dei malavitosi campani». Il riferimento è a Francesco Benito Palaia, considerato affiliato al clan ‘ndrangheta Bellocco di Rosarno e in carcere dal 13 dicembre, e ad un passaggio delle sue dichiarazioni mentre era al telefono col suo uomo di fiducia Rosario Caminiti.
PONTE MORANDI, L’INTERCETTAZIONE SUL CARICO
«Allora, quando è crollato il ponte Morandi, se tu vai al primo video, è caduto un furgone. È un euro cargo giallo, lo vedi benissimo perché è giallo, con una cella frigorifera. Hanno detto che l’avevano confiscato ma ora lo hanno spostato da Latina a Frosinone e c’è la possibilità di andarlo a prendere. Ci vuole un carrellone e lo porto direttamente in Calabria». Quel camion era pieno di hashish e quindi aveva un carico dal valore di milioni di euro. Stando a quanto raccontato da Francesco Benito Palaia, e riportato da Fanpage, i clan napoletani di Secondigliano e Scampia gli avevano proposto di recuperare quel carico, ritenendo che i destinatari del carico l’avessero dato per perso, in cambio della spartizione al 50% dell’hashish. Dunque, l’uomo del clan Bellocco era la persona giusta per portare a termine l’operazione, vista la sua esperienza nel settore del recupero dei rottami. «Ora sto aspettando solo la telefonata per dirmi quando si deve ritirare», concludeva Palaia. Infatti, il gip scrive: «Avrebbe potuto individuare e trasportare la carcassa del mezzo in Calabria».