Nel giorno in cui si commemorano le 43 vittime del ponte Morandi di Genova, Annalisa Chirico infiamma le polemiche con un tweet “velenoso”. «Procuratori che rilasciano interviste a tutta pagina su inchieste in corso, piene di riflessioni metagiudiziarie, senza spiegare perché sul ponte di Genova non siamo neppure alla chiusura delle indagini. Dopo due anni. That’s Italy #giustizia», ha twittato la giornalista del Foglio e scrittrice. Il riferimento, non esplicitato dalla Chirico, è all’intervista del procuratore capo Francesco Cozzi? Lui sta conducendo da due anni le indagini sulla tragedia. «Un’inchiesta così complessa non può esaurirsi in breve tempo. E ci sono variabili che non dipendono dalla nostra volontà», ha dichiarato a Repubblica, dando indirettamente una risposta alla stessa giornalista e a chi non si capacita del fatto che dopo due anni non arrivino ancora risposte. A tal proposito, ha spiegato che a dicembre sarà discusso l’incidente probatorio sulle cause del crollo («è in ritardo per l’emergenza Covid»), mentre nei primi mesi del 2021 verrano tirate le file e l’indagine potrà essere chiusa. «La pandemia ha spostato più in là anche i termini di indagine».



CROLLO PONTE MORANDI, PARLA IL PM DI GENOVA

Il timore dei parenti delle vittime del crollo del ponte Morandi è che incomba la prescrizione. «I reati contestati alle 71 persone indagate più le società Autostrade per l’Italia e Spea – omicidio colposo plurimo, disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti – si prescriveranno al più tardi nel 2033», ha dichiarato a tal proposito il procuratore capo Francesco Cozzi nell’intervista rilasciata ieri a Repubblica. Pur non entrando nel merito di quanto emerso con le indagini, ha spiegato che il filo conduttore dei tre fascicoli sulle strutture gestite da Aspi in Liguria è «il degrado». Il procuratore parla di «criticità anche molto gravi lasciate alla totale discrezionalità della concessionaria. Un rapporto assolutamente sbilanciato a favore del gestore». Le cause specifiche del crollo, cioè come e perché sia crollato, verranno chiarite nell’incidente probatorio. «Ma gli accertamenti e le analisi di tutto quanto raccolto finora mi hanno portato a pensarla così», cioè che il ponte sia crollato «perché non ce la faceva più a stare in piedi».

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