Mentre proseguono i lavori per la costruzione del nuovo Ponte Morandi, a Genova fanno ancora discutere le indagini circa le possibili cause che hanno portato al crollo tremendo quel drammatico 14 agosto 2018: il gip Angela Nutini, che si sta occupando del secondo incidente probatorio sulle cause del crollo del viadotto sopra il Valpocevera, ha segnalato alla procura di Genova come vi siano stati ingenti «pressioni ricevute dai colleghi» periti che rendono «lo svolgimento del loro lavoro poco sereno». La segnalazione è giunta sul tavolo del procuratore Francesco Cozzi che sta gestendo l’intera indagine sul crollo e sulle presunte false relazioni che avrebbero accompagnato gli ultimi anni di mancate o insufficienti manutenzioni: la denuncia lanciata dalla gip riguarda i periti nominati dal giudice che avrebbero subito pressioni dai consulenti di alcuni indagati nell’inchiesta principale sul Ponte Morandi. Ora sarà lo stesso procuratore a dover ravvisare se vi siano elementi per ipotesi di reato oppure se sia tutto “stralciabile”: il tutto avviene alla vigilia di una delle udienze che prepareranno il secondo incidente probatorio. Secondo quanto riporta Repubblica, il clima si è reso del tutto insostenibile nelle udienze dello scorso 19 dicembre: «Alcuni tecnici di parte – alle operazioni partecipano anche i consulenti degli indagati di Autostrade e di Spea – hanno chiesto di potere effettuare delle prove di carico per testare la resistenza su una trave dell’impalcato, sostenendone i costi».



PONTE MORANDI: LE DENUNCE CHOC PRESENTATE AL GIP DI GENOVA

I periti imparziali nominati dal Gip invece hanno ravvisato alcune pressioni iniziali ma a far scatenare la bufera è stata la decisione degli stessi periti di Genova di non accogliere i risultati di quelle stesse prove-test sull’impalcato del Ponte Morandi: i consulenti della Procura hanno così scritto al Gip lamentando di pressioni e polemiche sollevate dalle proteste dei consulenti. La situazione è degenerata a tal punto tanto che i tre periti nominati dalla Gip di Genova hanno scritto in una lettere di «ricevere pressioni costanti dai consulenti delle parti e di non essere sereni nello svolgimento del loro lavoro». Domani si sarebbe dovuta tenere un’udienza interlocutoria per comunicare la proroga dei termini del deposito della perizia finale ma ora si rischia di estendere ulteriormente i tempi delle indagini dopo la “denunce choc” presentate dai periti. Nel frattempo, scrive Tg Com24, questa mattina nel Palazzo di Giustizia di Genova è stato sentito come persona informata sui fatti il responsabile dell’area tecnica del primo tronco di Aspi: tanto sul fronte Ponte Morandi, tanto sul caso della Galleria Bertè vicino Genova dove lo scorso 30 dicembre sono crollate quasi 2 tonnellate e mezzo di materiale dalla volta del soffitto.

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