In merito all’articolo del Financial Times sul rapporto commissionato da Atlantia sul Ponte Morandi è stata diffusa da Atlantia stessa una nota che riportiamo integralmente di seguito. “L’Audit di Atlantia citato dal Financial Times non ha evidenziato alcun problema di sicurezza del Ponte Morandi, come erroneamente riportato nell’articolo di Donato Mancini sul sito del Financial Times, ma al contrario ha certificato il pieno rispetto degli obblighi di manutenzione previsti dalla Convenzione. Il documento fu elaborato dalla Direzione Internal Audit di Atlantia, con il supporto tecnico qualificato di tre soggetti esterni indipendenti e di standing internazionale in ambito legale e tecnico-ingegneristico. Scopo dell’audit svolto da Atlantia era quello di effettuare una verifica circa il rispetto degli obblighi manutentivi convenzionali da parte della società controllata Autostrade per l’Italia dall’inizio della Convenzione fino al 2018.



Il documento attesta il puntuale rispetto di tali obblighi. I tre esperti indipendenti giungono a queste conclusioni analizzando le diverse tipologie di controlli, commissionati dalle strutture tecniche di ASPI, che vennero effettuate sul ponte: ispezioni trimestrali realizzate da SPEA, ispezioni straordinarie che venivano attivate da SPEA autonomamente o su segnalazione specifica della Direzione di Tronco genovese di ASPI, indagini  di  tipo  diagnostico per controllare  la qualità e le caratteristiche dei  materiali, test riflettometrici sullo stato di conservazione degli stralli, analisi per valutare le caratteristiche dinamiche della struttura. Si ricorda inoltre che le indagini degli organi inquirenti, a cui è stato consegnato il report dell’Audit, sono in pieno svolgimento: la causa del crollo non è stata ancora individuata (è in corso il secondo incidente probatorio, dedicato proprio all’individuazione delle cause del crollo).



Va infine evidenziato che il report fu analizzato con attenzione da parte delle strutture deputate di Atlantia: il documento fu infatti illustrato e discusso approfonditamente il 5 e il 9 novembre 2018 in due sedute congiunte del Comitato Controllo Rischi (organo deputato a svolgere tale analisi) e del Collegio Sindacale di Atlantia, con il supporto dei tre esperti indipendenti. L’8 novembre fu discusso in una riunione degli amministratori indipendenti del Cda (cui presero parte 7 membri su 8), sempre alla presenza dei tre esperti indipendenti, per approdare poi all’attenzione del CDA di Atlantia il 10 novembre. Non corrispondono minimamente al vero le insinuazioni secondo cui la presentazione del rapporto sarebbe stata affrettata. L’audit ha avuto una finalità interna e le risultanze del rapporto sono coerenti con quanto trasparentemente pubblicato nell’Area Dati e Fatti sul sito  di  ASPI,  che viene costantemente aggiornata”. (aggiornamento di Bruno Zampetti)



L’ARTICOLO DEL FINANCIAL TIMES

Il Ponte Morandi ha avuto problemi di sicurezza prima del disastro. Lo dice un rapporto commissionato da Atlantia, società controllata dal gruppo Benetton che il governo ha scelto per il salvataggio di Alitalia. Questi problemi sono emersi nei dieci anni che hanno preceduto il collasso, ma secondo Atlantia non richiedevano un intervento urgente. Il report è stato visionato dal Financial Times, che ha lanciato lo scoop. La società infatti non ha reso pubblico il contenuto del suo rapporto, ma lo ha consegnato agli inquirenti. Il quotidiano britannico però è entrato in possesso del documento e ha parlato con alcune fonti interne ad Atlantia, scoprendo uno spaccato inedito di quanto accaduto. E scrive che «alcune persone vicine al consiglio di amministrazione» di Atlantia hanno detto che «il rapporto fu presentato in tutta fretta, senza lasciare il tempo necessario per assorbire i contenuti del documento».

PONTE MORANDI, “PROBLEMI SICUREZZA DA 10 ANNI”

Secondo queste fonti interne, la risposta di Atlantia al disastro del Ponte Morandi fu «disorganizzata». Ad esempio, ci volle più di una settimana per organizzare una riunione del CdA. Il Financial Times ha scritto anche che fonti informate hanno fatto sapere loro «che il comitato controllo e rischi di Atlantia aveva richiesto il rapporto a settembre per determinare se l’azienda fosse o meno responsabile di eventuali carenze». Tenendo conto di una scala di valutazione da 10 a 70, era indicato un intervento classificato 60. Emerse un problema alle travi, scoperto per la prima volta nel 2011 e in fase di test supplementari ancora nel 2018. Atlantia ha fatto sapere al quotidiano britannico che il grado di rischio 50 non indica un problema di sicurezza e permette di pianificare un intervento nell’arco di 5 anni. Quindi, sostiene la società, «nessuna analisi o relazione aveva fatto immaginare che fosse necessario un intervento urgente».