La responsabilità civile del crollo del ponte Morandi di Genova, in caso di condanna, sarà soltanto di Autostrade per l’Italia (Aspi) e Spea, la società che si occupava della manutenzione. A loro, dunque, spetterà eventualmente il compito di risarcire le famiglie delle vittime. La Giudice per le udienze preliminari Paola Faggioni, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, ha infatti accolto le richieste di Anas e del ministero delle Infrastrutture (Mit) di esserne escluse.



I legali dei quattro soggetti interessati, ovvero Aspi, Spea, Anas e Mit, avevano tutti richiesto di essere esclusi come responsabili civili nel corso dell’udienza preliminare sostenendo di non avere partecipato agli incidenti probatori sullo stato dei resti e sulle cause del crollo del ponte Morandi. La Gup, tuttavia, ha accettato soltanto la domanda della società per azioni italiana entrata a far parte da gennaio 2018 nel gruppo societario di Ferrovie dello Stato Italiane e del ministero delle Infrastrutture. L’udienza è stata dunque rinviata al prossimo 28 dicembre, quando verranno avviate le requisitorie dei pubblici ministeri.



Ponte Morandi, responsabilità civile del crollo a Aspi e Spea: cosa accadrà

Le due società del gruppo Atlanta, ovvero Aspi Spea, dovranno farsi carico da sole della responsabilità civile del crollo del ponte Morandi di Genova. È questo quanto deciso dalla Giudice per le udienze preliminari Paola Faggioni al termine dell’udienza preliminare. Le motivazioni stanno nel fatto che i due soggetti, a discapito di quanto sostenuto, hanno potuto prendere parte agli esami tecnici non ripetibili, anche se nella posizione di imputati per la loro posizione amministrativa.

In caso di future condanne, dunque, Autostrade per l’Italia (Aspi) e Spea saranno obbligate al pagamento delle provvisionali, ovvero dei risarcimenti o quantomeno degli anticipi. In tutto sono 59 le persone imputate, oltre alle due società, che sono indagate per responsabilità amministrativa dell’Ente. Le famiglie delle 43 persone che hanno perso la vita a causa del crollo del ponte Morandi di Genova e le 11 rimaste ferite intanto chiedono giustizia e temono che il processo possa essere rallentato da queste questioni tecniche.