Il collaudo statico del ponte Morandi è stato eseguito solo tre anni dopo l’inaugurazione «in palese violazione alle norme vigenti». Lo scrivono i pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno nella memoria di 2.778 pagine depositata al tribunale nell’ambito del processo per il crollo del viadotto sul Polcevera del 14 agosto 2018, per il quale sono morte 43 persone. Inoltre, hanno scritto che «tra i tre cavalletti, la pila 9 fu quella oggetto di minore attenzione e non fu interessata da alcuna prova di carico». A proposito delle prove di laboratorio sui materiali, «furono limitate a quelle riportate nei due certificati n.33758 del 22/5/65 e n.35710 del 20/12/1965».



Questo lascia pensare ai pm «che i lavori di realizzazione della pila 9 furono controllati con minore attenzione rispetto a quella già bassa prestata alle altre opere, comunque documentata da un maggior numero di prove di controllo sui materiali». La lunga memoria dei pubblici ministeri contiene anche un’ampia documentazione fotografica che ripercorre cronologicamente i fatti e si sofferma sulla responsabilità dei 58 imputati.



PONTE MORANDI, GLI ALLARMI DEGLI INGEGNERI

La procura ricorda che non solo il progettista dell’opera, l’ingegner Morandi, a partire dal 1981 aveva già lanciato un allarme sulla corrosione, ma prima di lui lo ha fatto l’ingegnere di Spea, nel 1975. Però anche prima della costruzione del ponte Morandi c’erano elementi che potevano far supporre futuri problemi. Infatti, nella memoria dei pm Terrile e Cotugno, come riportato dall’Ansa, si cita un’opera divulgativa dell’ingegner Sandro Dei Poli, che già nel 1942 aveva segnalato il pericolo delle microfessurazioni nel calcestruzzo e della conseguente corrosione delle armature, oltre che l’importanza della manutenzione. La copertina del libro, peraltro, presenta un ponte crollato e l’autore spiega: «Una buona manutenzione, oltre a limitare tutte le cause che, alterando la qualità e la resistenza dei materiali, minano la sicurezza di una struttura, giova spesso a rivelare l’inizio di lesioni o di cause che col passare del tempo possono portare alla distruzione dell’opera».

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