Svolta nel processo sulla strage del Ponte Morandi di Genova: la sentenza è più vicina, perché si starebbe profilando la rinuncia alla deposizione di cento testimoni sugli oltre 300 previsti. Il colpo di scena si è materializzato al termine dell’udienza, quando uno degli avvocati difensori ha spiazzato il collegio di giudici, presieduto da Paolo Lepri, fornendo tale aggiornamento. Si tratta di un dettaglio cruciale sui tempi del dibattimento, visto che l’incognita principale era rappresentata dalle audizioni dei testi a difesa. Secondo quanto riportato dalla Stampa, è quindi altamente probabile che la sentenza arrivi entro un anno.



Dopo questa fase processuale, che è la terza visto che sono stati sentiti i testimoni della procura e alcuni imputati, toccherà ai periti nominati precedentemente dal giudice dell’indagine preliminare. Lo studio che hanno realizzato sulle cause è stato effettuato sotto forma di incidente probatorio, quindi ha già valore processuale, ma saranno comunque ascoltati di nuovo e quello sarà un momento cruciale. Sarà la volta delle dichiarazioni spontanee degli inquisiti che non si sono sottoposti all’esame: in 30 hanno espresso la volontà di muoversi in questo modo.



PROCESSO PONTE MORANDI: PRESCRIZIONE LONTANA?

Con le ultime novità emerse si allontana lo spauracchio della prescrizione. I pm Massimo Terrile, Walter Cotugno e Marco Airoldi hanno ricalcolato i termini. Quindi, secondo il nuovo schema, i reati di omicidio colposo, lesioni gravi, lesioni stradali e attentato alla sicurezza dei trasporti andranno in prescrizione il 14 febbraio 2026. Nel 2031 toccherà all’attentato alla sicurezza dei trasporti aggravato dal disastro, due anni dopo al reato di omicidio colposo stradale per gli imputati cessati dagli incarichi del 2008, invece nel 2036 toccherà agli omicidi colposi per gli imputati che hanno cessato gli incarichi dopo il 2008.

Nei mesi scorsi era stato il pm Cotugno a lanciare l’allarme riguardo la possibile conclusione delle udienze nel dicembre 2025, quindi a ridosso delle prime scadenze dei termini per alcune accuse. Poi era stato contestato dai giudici, i quali hanno stigmatizzato l’eccessiva attenzione del pm a questioni non inerenti in maniera specifica il Ponte Morandi. Sul tema era intervenuto anche il procuratore capo Nicola Piacente, provando a disinnescare le polemiche auspicando una durata del processo «compatibile con la sua complessità». Come evidenziato dalla Stampa, non va dimenticato che, oltre alle cento rinunce annunciate, se ne materializzano altre giorno per giorno. Infatti, nell’ultima udienza sono state cancellate tre deposizioni su cinque.