“Il Ponte sullo Stretto di Messina assicura un sistema di collegamento veloce tra la Sicilia e il resto del Continente europeo, che permetterà a tutte le imprese, anche a quelle delle aree interne, di potere ricevere e spedire merci da e per l’Europa in tempi e con costi competitivi”. È la sintesi del progetto fatta nei giorni scorsi da Ivo Blandina, presidente di Uniontrasporti, intervenuto durante un tavolo di confronto in Sicilia, dove è stato esposto l’ultimo studio di impatto economico del progetto, redatto da OpenEconomics.
Ad illustrare gli effettivi risultati dello studio relativo al Ponte sullo stretto è stato, in sede del confronto, Dino Ferrarese, senior expert di OpenEconomics. Il focus dello studio è l’impatto economico che gli otto anni di cantiere genereranno tanto per la Sicilia, quanto per il resto dell’Italia. “Considerati anche i ritorni sotto forma di investimenti dell’insieme delle imprese e dei consumi dei 36mila 700 occupati stabili”, OpenEconomisc stima che il Ponte sullo stretto apporterà “un contributo complessivo di 23,1 miliardi al Pil del Paese, un gettito fiscale per lo Stato di 10 miliardi, un contributo complessivo di 22,1 miliardi ai redditi delle famiglie, 10,9 miliardi di redditi da capitale, 8,8 miliardi di redditi da lavoro e 3,4 miliardi di imposte indirette”.
OpenEconomics: “Del Ponte sullo stretto beneficerà soprattutto la Lombardia”
Non solo, perché oltre ad impattare sul sistema economico italiano, il Ponte sullo stretto genererà, sempre secondo lo studio di OpenEconomics, anche un ritorno sulle singole regioni. A beneficiarne in particolar modo sarà la Lombardia, con un impatto sul Pil stimato a 5,5 miliardi, seguita poi da Lazio (2,6), Sicilia (2,1), Emilia (1,99) e, ancora, Veneto e Calabria, rispettivamente 1,98 e 1,4 miliardi. Sono infatti “concentrate nel Nord le imprese che, per dimensioni e capacità, possono garantire la fornitura di materiali, servizi e tecnologie” utili al cantiere.
In tal senso, però, proprio per “riequilibrare la distribuzione regionale delle ricadute sul Prodotto interno lordo” del Ponte sullo stretto, Ivo Blandina ha avviato con Unioncamere Sicilia con Uniontrasporti e Confindustria Sicilia una interlocuzione con l’Ad dell’impresa appaltatrice “al fine di individuare in Sicilia tutte le attività che possano essere coinvolte nei cantieri e di creare localmente filiere di dimensioni adeguate“. Infine, in sede del confronto, Valerio Mele, direttore tecnico della società che gestirà la realizzazione del Ponte sullo Stretto (la ‘Stretto di Messina’), ha assicurato che i cantieri partiranno entro l’estate del 2024, non appena si avrà l’approvazione del Cipess al piano finanziario.