PONTE SULLO STRETTO MESSINA-REGGIO, PM DI ROMA APRE INCHIESTA CONTRO “IGNOTI” E “SENZA REATO”

La Procura di Roma ha aperto ufficialmente un’indagine in merito al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina e Reggio Calabria: si tratta di un fascicolo 45, ovvero senza ipotesi di reato e senza indagati ma “solo” partendo dall’esposto presentato nelle scorse settimane da parte delle opposizioni al Governo Meloni e al Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, “ideatore” del progetto sul Ponte.



In particolare, l’esposto presentato in procura vede la firma del leader di Europa Verde Angelo Bonelli, della segretaria Pd Elly Schlein e del segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: un fascicolo di 9 pagine – informa l’Adnkronos – giunto subito all’attenzione dei pm romani lo scorso 1 febbraio in merito all’attività di progettazione e realizzazione dell’infrastruttura. Nell’esposto presentato a Piazzale Clodio i tre leader del Centrosinistra (Giuseppe Conte e il M5s hanno rifiutato di aderire all’esposto, ndr) scrivono che la società Sdm sia «ha opposto più volte diniego alle richieste di fornire al sottoscritto sia la relazione di aggiornamento al progetto, che l’atto negoziale, nonostante un componente del comitato scientifico avesse pubblicamente affermato di aver reso pubblica la suddetta relazione».



L’ESPOSTO DELLA SINISTRA E LA REPLICA DI SALVINI: COSA SUCCEDE SUL PONTE CHE ANCORA NON C’È

Sempre nell’esposto firmato da Schlein coi leader di AVS, si denuncia il rifiuto di consegnare documenti previsti espressamente dal decreto, «e quindi non atti endo procedimentali e tantomeno riservati, impedisce di esercitare un diritto e un’azione di controllo e verifica». Secondo l’esposto iniziale, da ultimo, la Sdm Spa si è rifiutata di consegnare l’atto negoziale «che consentirebbe di verificare in quanto tempo la società Webuild ha riaggiornato un progetto complesso, vecchio di 12 anni». Secondo Pd e AVS, le opposizioni non sono state messe «nella condizione di analizzare gli atti», e così Schlein con Bonelli e Fratoianni («Manca firma Conte? Non significa che non sono con noi in questa battaglia», spiegavano in conferenza stampa lo scorso 13 febbraio) puntano ora alla revisione del progetto, contestando di fatto il “metodo Salvini”.



Dalla Lega giunge una prima replica all’indagine aperta dalla Procura di Roma, ancora senza un contento di ipotesi reato avanzato: «Il PD e la sinistra – spiegano fonti della Lega all’ANSA – sono contro le opere pubbliche, il lavoro e lo sviluppo del Paese. Si dimostrano nemici dell’Italia. Le loro minacce non ci fermeranno. Continuiamo a lavorare per sbloccare e completare tutte le opere ferme da troppo tempo». Con un breve post sui propri canali social è poi lo stesso vicepremier e Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a contestare l’azione di Pd e AVS: «Già “quasi indagato” con la complicità della sinistra – e usando soldi dei contribuenti italiani – per voler realizzare un’opera pubblica che l’Italia aspetta da cinquant’anni…! Non sarà il partito dei NO a fermarci, il Ponte si farà. Avanti tutta».