Tira aria di crisi di Governo e le forze di maggioranza tornano a discutere del Ponte sullo Stretto. Un dossier che ciclicamente crea disordini tra i partiti dell’esecutivo e che anche questa volta sembra destinato ad inasprire i rapporti tra i giallorossi. L’ultima polemica è legata alla volontà di Italia Viva di inserirlo nel Recovery Plan: la richiesta, spiega Il Sole 24 Ore, sarebbe arrivata dal capogruppo renziano al Senato, Davide Faraone.



Indiscrezione immediatamente smentita da Matteo Renzi. Il senatore di Rignano ha precisato su Twitter: «Leggo che avrei chiesto di inserire il Ponte sullo Stretto nel Recovery. Non è così. Come ho detto oggi su Rete4 da Barbara Palombelli, comunque la si pensi sul Ponte (io sono a favore da sempre) è tecnicamente impossibile inserirlo nel Recovery Plan. Ascoltare prima di criticare?».



PONTE SULLO STRETTO, IL RILANCIO DI SALVINI

Ricordiamo che già negli scorsi mesi era nato uno scontro tra forze di maggioranza sul Ponte sullo Stretto. Tra i più vivaci il Movimento 5 Stelle – Di Stefano definì l’ipotesi «una cazzata» – mentre il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli aveva evidenziato: «La decisione finale non verrà presa da commissioni tecniche, io offrirò alla discussione parlamentare e al Governo le analisi delle condizioni in cui si troveranno le due regioni e, in generale, il Mezzogiorno nel 2028-30 per dare una valutazione oggettiva e non sentimentale o emotiva su cui decidere. La decisione sarà della politica e dovrà essere consapevole e profonda», riporta Stretto Web. E del Ponte sullo Stretto ha parlato anche il leader della Lega Matteo Salvini, con tanto di promessa: «Appena torneremo al Governo faremo il Ponte sullo Stretto di Messina: è già progettato e finanziato. I lavori assorbirebbero cinque anni di produzione di acciaio dell’Ilva».

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