Stefano Pontecorvo, ambasciatore e alto rappresentante civile della Nato, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “In Onda”, condotta su La 7 da Concita De Gregorio e David Parenzo, a poche ore dal suo ritorno in Italia dall’Afghanistan, dove si stanno vivendo ore di profonda disperazione tra le persone. Il diplomatico ha affermato di ricevere centinaia di messaggi diretti di persone del luogo che hanno lavorato o sono entrati in contatto con l’Occidente, che hanno paura dei talebani: “Alcuni ci marciano, molti no, ma questo la dice lunga su quello che la società afghana pensa dei talebani”.
L’uomo ha poi raccontato, con un velo di commozione che ha attraversato il suo sguardo, che è starto difficilissimo lasciare alcune persone a terra. “Sono insoddisfatto, ma con la coscienza pulita. Abbiamo fatto il massimo che potevamo, tutti noi. La cosa di cui sono più felice? Probabilmente noi come NATO e la comunità internazionale abbiamo salvato buona parte dei soggetti che erano maggiormente in pericolo. La cosa più infelice, invece, è che non abbiamo potuto portarli via tutti. Ci sono tante persone che mi sono rimaste negli occhi. Famiglie intere… Ce ne sono tante”.
STEFANO PONTECORVO: “LA COLPA È DEL PRESIDENTE, NON MI STUPIREI SE FOSSE SCAPPATO CON I SOLDI”
Nel prosieguo dell’intervista concessa a “In Onda”, Pontecorvo ha sottolineato che in Afghanistan le istituzioni sembravano solide e che, alla fine, “il presidente Ghani è colui che ha fatto la differenza. La debolezza della sua figura ha fatto sì che l’esercito non avesse più un referente. Nessun esercito al mondo agisce in un vuoto istituzionale. Lui non ha saputo tradurre i valori repubblicani, ma ha trasmesso e tradotto i suoi. Era un Governo totalmente corrotto, non c’è dubbio. È fuggito con i soldi? Non lo so, non c’ero, ma non mi stupirebbe”.
Infine, alla domanda “Si può esportare la democrazia?”, Pontecorvo ha risposto: “Noi siamo entrati nel 2001 e c’erano 800mila studenti in Afghanistan. Oggi ce ne sono 12 milioni, di cui la metà donne. Gli studenti si sono iscritti autonomamente. Dipende da chi scegli di sostenere mentre la crei, questa democrazia. Non si impone nulla”.