Il tema delle terze dosi non è prioritario per tutta la popolazione. Patrizia Popoli, coordinatrice del comitato tecnico scientifica di Aifa, nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha sottolineato come l’aspetto rilevante sia somministrare il richiamo a immunodepressi e anziani e, allo stesso tempo, andare avanti con la vaccinazione di massa, dato che in molti non hanno ancora completato il ciclo vaccinale tradizionale.
“Al momento non ci sono elementi sufficienti per mettere in atto una strategia che offra la terza dose alla popolazione generale, ovvero in assenza di fattori di rischio legati alla salute che predispongono a sviluppare forme gravi di infezione da Covid”, ha detto. Soltanto coloro che potrebbero incorrere in rischi rilevanti, dunque, riceveranno il richiamo. “Ad esempio i pazienti che hanno avuto un trapianto e seguono un trattamento che sopprime la risposta immunitaria proprio per prevenire il rigetto dell’organo. Per loro e per tutti gli immunodepressi la terza dose rappresenta in effetti un “completamento” del ciclo vaccinale”. Dopo di loro sarà il turno di over 80 e ospiti delle Rsa, nonché degli operatori sanitari che “fossero particolarmente esposti al contagio o presentassero dei fattori di rischio su base individuale”. Non è possibile escludere, tuttavia, che in futuro la situazione possa cambiare.
Popoli (Aifa) “Richiamo a immunodepressi e anziani”. Il tema dei vaccini in gravidanza
Patrizia Popoli, dopo avere sottolineato che il richiamo ad oggi verrà inoculato soltanto a immunodepressi e anziani, è tornata a parlare della somministrazione del vaccino contro il Covid-19 alle donne in gravidanza ed in allattamento. L’Aifa, in tal senso, non si è mai espresso in modo ben definito. La farmacologa, da parte sua, ha sottolineato come in generale non esistano particolari rischi.
“Le mamme in attesa possono vaccinarsi in qualsiasi momento della gravidanza. Nel primo trimestre, tuttavia, epoca per la quale disponiamo ancora di pochi dati, è opportuna una valutazione caso per caso e una discussione dei rischi e dei benefici con il medico. E non c’è ragione di interrompere l’allattamento per la vaccinazione”, ha concluso.