Cina e democrazia sono state le due parole chiave che hanno animato un breve momento di dibattito nel corso della serata di giovedì 19 agosto 2021 su Rete 4, in occasione della puntata di “Zona Bianca”, nella quale è intervenuto, in risposta all’onorevole Maurizio Gasparri, un imprenditore cinese, Feng Ye. Nel suo intervento, l’uomo ha asserito che è sbagliato criticare il Paese del Dragone senza essere a conoscenza della realtà dei fatti, lanciando anche una frecciata allo Stivale: “C’è chi fatica a governare un Paese con 60 milioni di abitanti e con il 70% di classi medie, figuriamoci chi è chiamato a guidare un Paese da 1 miliardo e 400 milioni di persone, con soltanto il 20% di classi medie…”.



Tuttavia, è stata la dichiarazione successiva a creare indignazione in studio. Feng Ye ha detto: “La parola democrazia è bella, ma va applicata alla realtà. Quando un popolo è totalmente ignorante, è inutile concedere tutta quanta la libertà…”.

GAETANO PEDULLÀ: “CINA E DEMOCRAZIA? NON CREDIAMO NEMMENO AI NUMERI DEL PIL…”

Gaetano Pedullà, giornalista, è intervenuto sulla questione in collegamento audiovisivo, sollecitato dal conduttore. Egli ha rammentato l’esistenza di “un comprovato sentimento anti-cinese negli ultimi tempi, che deriva da un complottismo che poggia anche su una battaglia di tipo economico”. Certo, la diffusione del Coronavirus proprio da Wuhan e le difficoltà ravvisate nell’attività d’indagine da parte degli esperti dell’Oms in landa asiatica non hanno contribuito a migliorare la situazione, tanto che Pedullà ha sottolineato che ormai “non crediamo nemmeno più al numero del Pil cinese, dato che è sempre complicato accedere alle loro informazioni”.



Infine, una battuta rapida sulla vicenda che riguarda da vicino l’Afghanistan: “A proposito di complottismo – ha sottolineato Pedullà –, il tema che dilaga è che la Cina sia stato il primo Paese ad aprire rapporti diplomatici con i talebani per fare uno scacco geopolitico all’Occidente. In realtà, è molto più semplice di così, basta conoscere la geografia. La Cina possiede la regione dello Xinjiang che confina con l’Afghanistan, una terra instabile, dove c’è la minoranza musulmana degli Uiguri, dove sono stati compiuti delitti e dove c’è l’interesse di raggiungere una maggiore stabilità”.