Un uomo è stato condannato dalla Corte di Cassazione a risarcire la ex compagna perché, dopo la separazione, le aveva portato via il cane. I due, come riportato dal Sole 24 Ore, sono da tempo in una causa penale per una denuncia per lesioni fatta dalla donna, ma quest’ultima ha chiesto che il giudizio civile sul possesso dell’animale – che era di per sé uno dei motivi dei violenti litigi – potesse essere accelerato.



I giudici della Suprema Corte hanno ritenuto che la richiesta fosse legittima e dunque hanno emanato in breve tempo il verdetto, consentendo alla donna di rientrare in possesso del suo amico a quattro zampe. Inoltre, hanno stabilito che la diretta interessata avrà diritto a un risarcimento per i danni alla salute che le sono stati provocati dal brutale allontanamento del cane, a cui era molto affezionata. L’uomo, da parte sua, non è riuscito a dimostrare di essere il solo padrone di Fido.



Porta via cane alla ex ma è costretto a risarcirla: la storica sentenza

La sentenza sul cane portato via alla ex emanata nei giorni scorsi dalla Corte di Cassazione è storica per quel che concerne il risarcimento, ma non nel suo complesso. Le cause di questo tipo infatti in questi anni sono diventate all’ordine del giorno, tanto che in Parlamento è ferma una proposta di legge volta a disciplinare il futuro degli animali domestici in caso di separazione e divorzio, con l’adozione di un criterio analogo a quello stabilito per l’affido dei figli minori.

Essa prevede “sentiti i coniugi, i conviventi e la prole, e acquisito, se necessario, il parere degli esperti di comportamento animale, si attribuisca l’affido esclusivo o condiviso alla parte in grado di garantire loro la sistemazione migliore inerente il profilo della protezione degli animali”. Per il momento, però, in assenza di una norma regolatrice, occorre fare riferimento agli accordi privati tra le parti oppure, in mancanza di questi, alla singola decisione di un giudice.