È stato sottoscritto nel pomeriggio di oggi presso la Prefettura di Trapani il protocollo di legalità per il monitoraggio delle opere di dragaggio dell’avamporto e delle aree a ponente dello sporgente Ronciglio del porto di Trapani. Il documento – che potenzia le linee di presidio della legalità per implementare la reciproca collaborazione e assicurare un’adeguata tutela delle risorse del PNRR – è stato firmato dal prefetto, Filippina Cocuzza, e dal presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, Pasqualino Monti, alla presenza dei vertici delle Forze dell’Ordine.



Spiega il prefetto Cocuzza: “L’odierno protocollo, sottoscritto con il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale, si inserisce nell’ambito di un più generale sistema di prevenzione volto ad impedire – attraverso un insieme di prescrizioni ed impegni da parte del soggetto aggiudicatore – eventuali tentativi di interferenze o infiltrazioni illecite di natura mafiosa che inevitabilmente inquinerebbero l’economia legale del territorio. A tal fine, infatti, il protocollo prevede una serie articolata e puntuale di impegni a carico dei soggetti sottoscrittori che si innestano in tutte le fasi di realizzazione del progetto. Ciò nell’intento non solo di scongiurare i tentativi di infiltrazione ma anche per fungere da deterrente rispetto alla stessa possibilità che interessi illeciti, sotto qualsiasi forma, possano insinuarsi nell’esecuzione dei ‘Lavori di dragaggio dell’avamporto e delle aree a ponente dello sporgente Ronciglio nel porto di Trapani’. Le ingenti risorse economiche che si riverseranno con i finanziamenti del PNRR impongono, infatti, uno specifico focus sia da parte delle Istituzioni che dell’Autorità Portuale della Sicilia occidentale quale soggetto aggiudicatore, nonché di tutti gli altri soggetti sottoscrittori. Tutto ciò al fine di evitare che la criminalità organizzata possa tentare di inserirsi all’interno dei processi realizzativi di infrastrutture ed insediamenti prioritari per lo sviluppo del territorio. In tale ottica, infatti, l’Autorità Portuale costituirà e alimenterà una apposita banca dati informatica, nella quale saranno raccolti tutti i dati relativi ai soggetti che intervengono a qualunque titolo nella progettazione e o nella realizzazione dell’opera e nella quale confluiranno tutte le informazioni correlate all’opera in questione. La stessa Autorità si impegna a dare immediata comunicazione alla all’Autorità Giudiziaria e alla Prefettura di elementi che possano rilevarsi significativi nell’individuazione di tentativi di reati tipici dell’inserimento mafioso, quali ad esempio la concussione, la corruzione o l’estorsione. La Prefettura, dal canto suo, effettuerà tutti gli accertamenti antimafia a prescindere dalla soglia economica e dall’oggetto, costituendo una ‘cabina di regia’, che si avvarrà del gruppo interforze istituito presso la Prefettura, allo scopo di effettuare, mediante periodici incontri, un monitoraggio continuo e congiunto ed una valutazione complessiva dell’andamento della situazione o di specifiche problematiche di rilievo inerenti la realizzazione dei lavori.Il protocollo è uno strumento di prevenzione alquanto complesso che impegna notevolmente i sottoscrittori per i numerosi adempimenti che dovranno essere effettuati, ivi compreso il controllo della sicurezza e la regolarità dei cantieri di lavoro che, significativamente, mira ad assicurare l’affermazione del preminente interesse pubblico alla legalità ed alla trasparenza in relazione all’esecuzione delle opere da realizzare”.



Il commento del presidente Monti: “Vincere sul malaffare non significa fermarsi ma, al contrario, realizzare, fare. Nel pieno rispetto di trasparenza e legalità. Ecco perché ritengo prioritario, prima dell’avvio di un’opera pubblica, la stesura di un protocollo che rafforzi sinergie e meccanismi di collaborazione e sottolinei l’attenzione da porre quando si utilizzano risorse pubbliche. Il documento fortifica l’azione di contrasto preventivo ai tentativi di indebita interferenza e di infiltrazione mafiosa, anche a garanzia delle imprese e della loro sana operatività”.

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