Il Decreto Fiscale di fine 2019 aveva stabilito che dal 1 luglio 2020 sarebbe scattata la principale novità sul fronte “cashless”, ovvero l’obbligo per esercenti, commercianti e professionisti di dotarsi del Pos obbligatorio per i pagamenti elettronici: in un primo momento erano previste anche sanzioni che avrebbero così “incentivato” nel corso dei primi mesi del 2020 il rifornimento delle “macchinette” in tutti i negozi del Paese, ma come spieghiamo nel focus qui sotto in realtà è cambiato molto poco dal pre-Dl Fiscale. Resta però dal 1 luglio 2020 la possibilità di un credito d’imposta del 30% dei costi (sia variabili che fissi) che sostengono esercenti, artigiani e professionisti per l’installazione e la gestione del Pos: come spiega il Decreto del Governo Conte, «le commissioni applicate dai prestatori di servizi di pagamento per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese nei confronti di consumatori finali e regolate con carte di credito, debito o prepagate ovvero mediante altri strumenti di pagamento elettronici tracciabili».
Il bonus Pos è previsto dunque per professionisti e commercianti fino a 400 mila euro di ricavi o compensi: dopo gli ultimi provvedimenti di Agenzia delle Entrate e Bankitalia, il fornitore del Pos deve cominciare comunicare all’esercente entro il 20 del mese successivo l’elenco delle operazioni tracciabili effettuate, ma anche il valore di quelle complessive e quelle riconducibili ai consumatori finali e le commissioni addebitate. Come spiega Repubblica nel focus sulle novità dal 1 luglio 2020, «in base a questi dati, i commercianti potranno determinare la base di costi sostenuti sulla quale applicare il credito d’imposta al 30%. Dal mese successivo a quello di riferimento, il credito potrà esser usato in compensazione tramite F24 e andrà riportato nella dichiarazione dei redditi».
POS OBBLIGATORIO, PERCHÈ CAMBIA “POCO”
«Da domani dotarsi di Pos e accettare o meno pagamenti elettronici sarà ancora a discrezione dell’esercente, e nulla cambierà rispetto al passato, considerato che l’obbligo del Pos esiste in Italia già dal 2014», il lamento del Codacons in merito alle regole sul Pos obbligatorio dal 1 luglio è in realtà il sunto di questi ultimi mesi dopo che il Governo ha fatto un passo indietro nello stilare il Dl Fiscale arrivando a togliere le sanzioni previste in un primo momento nella stesura del testo.
In quel modo si avrebbe potuto insistere maggiormente sul concetto più rapido di “cashless”, ma le critiche piovute e i tempi eccezionali di crisi sorti con l’arrivo del Covid-19 hanno “cristallizzato” la vicenda: di fatto dal 1 luglio cambia molto poco in Itala rispetto a quanto già non sia in corso di legge dal 2014 quando il Governo Monti mise obbligatorio il Pos in tutti i negozi, senza però inserire particolari incentivi per chi paga con bancomat (se non alcune detrazioni nella dichiarazione dei redditi del prossimo anno).
L’articolo cancellato dal decreto 124/2019 è il numero 23 e prevedeva una doppia sanzione in caso di mancata accettazione del pagamento tramite bancomat o carta elettronica di qualsiasi importo: la prima multa era di 30 euro, la seconda pari al 4% del valore della transazione negata al cliente. Quell’articolo però fu cancellato e dunque dal 1 luglio il Pos tornerà ad essere “obbligatorio” ma senza che vi siano per il momento decisioni centrali di “controlli” sui commercianti nel merito della questione.