Novità su Pos e i pagamenti elettronici, durante la lunga notte di discussioni in Commissione Bilancio per il maxiemendamento sulla Manovra 2023, il governo ha proposto un emendamento volto a eliminare la normativa sul Pos e dunque di far saltare la norma che abolisce le sanzioni per il mancato uso dei Pos per i pagamenti inferiori a 60 euro. Il confronto con l’Unione Europea ha infatti spinto l’Italia a rinunciare alla soglia di 60 euro entro la quale rifiutare i pagamenti elettronici. Il Ministro Giorgetti ha spiegato che il governo ora lavorerà per attuare soluzioni di “ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte ad un maggiore onere per le commissioni sulle transazioni”.



Dopo una prima ipotesi di abbassare il tetto a 30 euro anziché a 60 euro, è dunque saltato l’articolo 69 del disegno di legge Bilancio che prevedeva la possibilità per gli esercenti di rifiutare i pagamenti con Pos o carte di credito fino a 60 euro di spesa senza incorrere in sanzioni. Una possibilità che era stata accolta in modo critico dalla Commissione Europea perché non in linea con gli obiettivi del Pnrr e con quelli relativi alla lotta all’evasione fiscale. Come riferisce il Corriere della Sera, per il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, “si tratta di trovare soluzioni compatibili con le raccomandazioni e le normative di riferimento anche in sede europea”. Nulla cambia invece per il tetto al contante, che a partire dal 1° gennaio 2023 resterà pari a 5.000 euro. (agg. di Marta Duò)



CANCELLATA SOGLIA SUI POS: ECCO COSA SUCCEDE

Le ultime novità sull’uso obbligatorio del Pos fanno registrare un dietrofront da parte del governo Meloni. In base alle indiscrezioni raccolte dall’agenzia di stampa ANSA, che cita fonti di maggioranza, potrebbe essere cancellata la norma inserita in manovra o, in alternativa, potrebbe essere abbassata da 60 a 30 euro la soglia oltre la quale scattano le sanzioni per i negozianti che non accettano i pagamenti elettronici (anche se questa seconda opzione sarebbe già naufragata, in base a quanto appreso da ‘La Repubblica’).



Addirittura il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha rilasciato un commento ufficiale sulla questione: “Se non ci sono i margini, vorrà dire che ci inventeremo un altro modo per non fare pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti con il Pos. Quello dell’obbligo del Pos è un obiettivo del Pnrr e quindi lo stiamo trattando con la Commissione Ue”.

POS OBBLIGATORIO, DIETROFRONT DEL GOVERNO: QUALI SONO I COSTI DELLE COMMISSIONI?

Il nocciolo della questione, com’è noto, è rappresentato dai costi medi delle commissioni dei Pos. Quali sono? A fare il punto è l’agenzia di stampa Adnkronos, che sulle sue colonne evidenzia come le commissioni per i pagamenti con carta bancomat siano passate dall’1,88% del 2017 all’1,27% di oggi, scendendo cioè del 32%; quelle per pagamento con carte di credito sono passate invece dal 2,7% del 2017 all’1,6% di oggi, facendo registrare un significativo -41%. Va altresì precisato come i prezzi siano soggetti a variazioni, legate all’istituto di credito di riferimento.

Non è tutto: sì, perché, come sottolineato ancora da Adnkronos, il Pos per i commercianti presenta anche un costo fisso. Esso, si legge, “varia secondo le offerte, che includono attivazione e canone mensile. Prendendo ad esempio le due banche più grandi, Intesa San Paolo e Unicredit, i costi fissi di attivazione oscillano da 100 a 200 euro e le spese mensili da 2,90 euro di Unicredit ai 18 euro di Intesa”.