Le commissioni per l’utilizzo del Pos sono davvero troppo care? Fino a qualche tempo fa sì, soprattutto per i piccoli commercianti, ma negli ultimi cinque anni, con l’ingresso nel mercato di nuovi operatori, i costi si sono più che dimezzati. A dimostrarlo è un’inchiesta di Dataroom, condotta da Milena Gabanelli e Francesco Tortora per il Corriere della Sera. In primis, bisogna precisare che l’obbligatorietà del Pos non costringe gli esercenti ad accettare tutte le carte, è sufficiente solo il bancomat, che ha le commissioni più basse, e una carta di credito. Ma quali sono i costi e quanto incidono per gli esercenti? Ogni transazione viene divisa tra la banca che trattiene lo 0,2% per le transazioni con carta di debito/bancomat e lo 0,3% su quelle di credito; il circuito su cui si appoggia la carta (PagoBancomat, Maestro, Visa, Mastercard, American Express), che mette in comunicazione Pos e banca e si prende per questo una commissione che va dallo 0,2% per la carta di debito/bancomat allo 0,5% per la carta di credito; il Pos, la macchinetta che legge la carta, in questo caso la commissione va dallo 0,3 allo 0,4%.



Questo vuol dire che la media per i pagamenti con carta di debito/bancomat è dello 0,7%, con alcune eccezioni. Fino al termine del 2023, ad esempio, PagoBancomat ha azzerato tutte le commissioni sotto i 5 euro. Quindi, la colazione al bar che si paga con bancomat non ha costi per il barista. Invece, le commissioni delle carte di credito si aggirano in media sull’1,2%. Dunque, su 20 euro spesi in pizzeria, vengono erosi 24 centesimi all’esercente. È pur vero che c’è il canone per l’uso del Pos è in media di 14 euro al mese, ma dipende anche dalla macchinetta prescelta. Infatti, si può acquistare o noleggiare. Secondo uno studio presentato quest’anno dall’Osservatorio ConfrontaConti.it e SosTariffe.it, negli ultimi cinque anni i costi per l’acquisto di un Pos sono scesi del 66,5%. Attualmente la spesa media è di 22,82 euro contro i 61,74 del 2017.



POS E COMMISSIONI: CONCORRENZA E OFFERTE

Va tenuto anche conto del fatto che c’è pure molta concorrenza, quindi anche molto offerte. Banca Intesa, come illustrato dal Corriere, propone zero commissioni per i pagamenti sotto i 15 euro e offre una percentuale media dell’1% per pagamenti sui circuiti Bancomat, Maestro, Visa, MasterCard e American Express, con canone mensile per il Pos fisso a partire da 8 euro (canone gratis per Pos mobile). Invece con UniCredit c’è commissione unica dello 0,9%, ma sotto i 10 euro le commissioni sono azzerate e il canone mensile è di 2,90 euro. Con Banca Sella commissioni dello 0,45% su circuito PagoBancomat e dello 0,95% sui principali circuiti internazionali, invece canone di 6 euro a seconda del Pos scelto. Stesse commissioni per Banca Popolare di Milano, invece il canone mensile va da 10 euro ed è gratis il primo mese. Nexi con Nexi Start non fa pagare commissioni sotto i 10 euro e fino a mille euro di transazioni al mese, superata tale soglia si passa ad una percentuale fissa dell’1,2%. Milena Gabanelli fa i conti ad una piccola panetteria con un incasso annuo di 70mila: con questa offerta a fine anno pagherebbe di commissioni e noleggio Pos circa 254 euro. Ma ci sono anche piattaforme digitali come Axerve che propone un’offerta senza commissione con canone mensile tra 17 e 22 euro fino a 30mila euro d’incassi all’anno o una promozione senza canone con le commissioni all’1%, con imposta di bollo di 16 euro all’attivazione del servizio. Invece l’app Satispay offre commissioni zero sotto 10 euro e per gli altri importi 20 centesimi a transazione. Anche Tinaba zero commissioni e zero canone.



POS, COSA CAMBIA PER TASSISTI E AIUTI GOVERNATIVI

Cosa cambia per i tassisti? Chi fa poche transazioni e sceglie offerte senza canone ha però commissioni che possono arrivare al 2,5%. Ma nella maggior parte dei casi si riescono a ottenere buone commissioni. Ad esempio, Taxi Blu 024040 che a Milano gestisce circa 1.900 auto offre agli associati in comodato d’uso un Pos per 15 euro al mese. Axepta di Bnp Paribas offre commissioni dello 0,37% su circuito PagoBancomat e lo 0,7% per le carte di credito Visa e MasterCard. Per American Express, invece, salgono a 1,5%. La Cooperativa RadioTaxi 3570 a Roma, dove gestisce 3.600 tassisti, ha firmato un accordo con MyPOS che prevede commissioni dello 0,5% per i bancomat e dell’1,5% per le carte di credito europee. Quindi, prendendo l’esempio di una corsa da 20 euro con carta di credito Ue la spesa è di 30 centesimi, con bancomat 10 centesimi. Ci sono poi carte aziendali o extraeuropee, che possono anche raggiungere il 3%, ma d’altra parte sono l’1% del totale, inoltre nel tragitto dall’aereoporto c’è la tariffa fissa di 60 euro. I governi precedenti per incentivare l’uso dei Pos e abbassare le commissioni avevano introdotto crediti d’imposta, arrivando al bonus Pos del governo Draghi. Comunque, c’è un altro falso mito da sfatare: Italia, Francia e Spagna hanno le commissioni medie più basse, secondo i dati 2021 di GlobalData. Infine, anche il contante ha i suoi costi, non solo a livello di sicurezza. La distinta dei contati da depositare rientra in un’operazione per la quale la banca scarica l’1% sul proprio cliente. E poi c’è la normativa antiriciclaggio, secondo cui se in un mese superi i 10 mila euro di deposito in contanti puoi ricevere anche una visita della guardia di finanza.