Dopo oltre sei mesi dal primo caso di Covid, sono ancora tante le cose che non sappiamo su Sars-CoV-2. E così pure sui test per la diagnosi. Ora alcuni dei più importanti esperti di salute pubblica americani stanno sollevando una nuova preoccupazione: i test standard stanno diagnosticando un numero enorme di casi di positività al Covid, ma alcune persone hanno una carica virale molto bassa, quasi insignificante, tale da non essere contagiose. Meglio così? Certo. Ma i Centers for Disease Control and Prevention Usa (CDC) hanno deciso di modificare le linee guida, escludendo gli asintomatici dall’obbligatorietà dei test. Per gli scienziati americani non è questa la soluzione. I test vanno fatti, anzi bisognerebbe spingere sulla diagnostica ma cambiare l’approccio. «In realtà, dovremmo aumentare i test su tutte le persone, ma dobbiamo farlo attraverso meccanismi completamente diversi», ha dichiarato il dottor Michael Mina, un epidemiologo della Harvard T.H. Chan School of Public Health, come riportato dal New York Times. Non bisogna puntare solo sulla presenza del virus Sars-CoV-2, ma anche sulla carica virale.



TEST COVID, SCIENZIATI USA “ORA CONTA CARICA VIRALE”

Ora non basta sapere se si è positivi o no al coronavirus, bisogna capire quanto si è contagiosi. Per questo i test PCR non sono considerati più sufficienti negli Stati Uniti. Ad esempio, il New York Times segnala il dato di giovedì, quando sono stati registrati 45.604 casi. Se si tenesse conto dei tassi di contagiosità rilevati in Massachusetts e a New York a livello nazionale, allora di quelle persone forse solo 4.500 avrebbero davvero bisogno di essere isolate. «Per me è sconvolgente che i test stiano solo restituendo un risultato positivo o negativo. Sarebbe utile sapere se qualcuno è positivo, se ha una carica virale alta o bassa», ha affermato la virologa Angela Rasmussen della Columbia University di New York a NYT. «Il numero di persone con risultati positivi che non sono contagiose è particolarmente preoccupante», ha commentato Scott Becker, direttore esecutivo dell’Associazione dei laboratori di salute pubblica.



Quindi, il rischio di isolare inutilmente persone non contagiose per i test Covid è alto. L’FDA dal canto suo ricorda che spesso le persone hanno una bassa carica virale Covid se sono infettate di recente, quindi bisognerebbe tener conto anche di questo aspetto. Da qui la richiesta degli scienziati statunitensi di affiancare ai test tradizionali quelli rapidi così da poterli effettuare a distanza di ore o giorni per capire se la loro carica virale risale. E con test più facili da fare potrebbero essere identificati anche i “superspreader”, cioè le persone più trasmissibili.

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