Sergio Mattarella è intenzionato a volare ad Auschwitz il prossimo 27 gennaio. Il suo messaggio non potrebbe essere più chiaro: la Memoria umana di quanto è avvenuto nei campi di sterminio nazisti conserva una forza intatta. L’odio che ha alimentato la Shoah di sei milioni di ebrei rappresenta ancor oggi – e deve continuare a rappresentare – un vertice tragico e assoluto nella storia. E un monito perenne: mai più “olocausti”, in alcun luogo del pianeta. Contro alcun popolo, contro alcuna “razza”.
Il Presidente della Repubblica, dunque, non sarà in Italia per una Giornata della Memoria che in tutti i Paesi occidentali si annuncia assai meno solenne e composta dell’usuale. Può darsi che entro quel giorno venga dichiarato il cessate il fuoco a Gaza e gli ostaggi israeliani superstiti siano stati rilasciati. Ma quanto avvenuto in Medio Oriente il 7 ottobre 2023 e dopo non ha neppure avuto il tempo di divenire memoria. È ancora cronaca bruciante, inevitabilmente divisiva, anche in Italia. Qui – come altrove – l’80esimo anniversario della liberazione di Auschwitz difficilmente potrà essere celebrato senza rischio di incidenti e proteste, senza l’intervento di apparati di sicurezza, senza polemiche politiche e mediatiche.
Il Capo dello Stato non è mai fuggito dalle sue responsabilità istituzionali. È così che anche la sua scelta di celebrare la Giornata lontano da Roma appare il contrario di una rinuncia. Non vi sono dubbi su quanto Mattarella vuole invece affermare: il contrasto “senza se e senza ma” all’antisemitismo non può, non deve essere strumentalizzato in alcun modo nel sanguinoso conflitto fra ebrei israeliani e palestinesi, iniziato tre anni dopo la liberazione di Auschwitz e tuttora in corso. Il presidente della Repubblica lo ha ripetuto cinque giorni fa a tutti gli italiani: mai più stragi a Gaza, mai più ebrei imprigionati e uccisi, mai più guerra in Medio Oriente.
Ad Auschwitz è ancora incerta la presenza del premier israeliano Netanyahu: che ha fatto sapere di volerci essere ad ogni costo, ma teme di venir arrestato (la Polonia, infatti, aderisce alla Corte Penale Internazionale che contro Netanyahu ha spiccato un mandato per presunti crimini di guerra). Il Capo dello Stato italiano, invece, non ha avuto difficoltà a confermare per tempo la sua presenza. A testa alta.
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