A Mario Draghi – allora premier italiano – scappò detto che il presidente turco Recep Erdogan è “un dittatore di cui talvolta si ha bisogno”. Quel che è certo è che Erdogan era a un passo dal mediare un cessate il fuoco sul fronte russo-ucraino già dall’aprile 2022 e sono oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l’ex premier britannico Boris Johnson (fra i due il più sospettato) a rimpallarsi la responsabilità di aver rovesciato quel tavolo.
Tre anni dopo, comunque, la Turchia di Erdogan è stata fortissimamente voluta a Londra dall’odierno premier britannico – il laburista Keir Starner – come socio fondatore della cosiddetta “lega dei volenterosi”, quella che vorrebbe porre l’Europa in una “post Nato” sotto la protezione di un ombrello nucleare anglo-francese e ambirebbe a resistere alla Russia con un nuovo esercito europeo a fianco di Kiev.
L’altro “Willing-in Chief” è stato il presidente francese Emmanuel Macron, primo convocatore dei “vertici informali” che stanno scardinando gli “ordini internazionali” esistenti (dalla Ue alla Nato) più di quanto stia facendo il presidente americano Donald Trump. E pur di avere Ankara al tavolo di Londra, Macron ha escluso dal “club dei volenterosi” la Grecia e Cipro, full members della Ue in quanto appartenenti all’eurozona.
Certo, nelle ultime ore anche Starmer e Macron hanno appreso di aver steso il tappeto rosso della Britannia imperiale a un leader “volenterosissimo” sullo scacchiere geopolitico corrente, ma non meno volitivo nell’ordinare l’arresto sommario di un oppositore interno come il sindaco di Istanbul in carica, Ekrem Imamoglu.
Fosse accaduto prima di sabato, la cosa avrebbe creato un problema in più ai “volenterosi” italiani convenuti a Roma in Piazza del Popolo inneggiando all’Europa. Non sarebbe stato facile discernere a occhio nudo fra Erdogan e Imamoglu, entrambi con radici forti nella parte europea di Istanbul. Ma il primo è legittimato dal premier britannico e dal presidente francese.
Di questi ultimi, tuttavia, uno guida un Paese che ha preso molto volenterosamente a calci l’Unione Europea; l’altro è stato ripetutamente sfiduciato dell’elettorato e ha perso la guida dell’esecutivo. Sta solo volenterosamente sfruttando a fini propri due anni di residuo mandato all’Eliseo.
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