In un futuro – neanche troppo lontano – Poste Italiane potrebbe rinunciare a raccomandate e bollettini ritirabili negli uffici dell’azienda italiana.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera l’azienda italiana per il servizio di poste nazionale potrebbe non offrire più questo servizio, tanto che si legge:



«È ovvio che a Poste non conviene più essere fornitore del servizio universale, quindi ci rinunciamo, siamo un’azienda di mercato».

Nel 2026 scadrà il contratto con Poste Italiane

Tra un paio di anni Poste Italiane dovrà stabilire se rinnovare o cessare il contratto concordato con lo Stato, il cui accordo prevede la fornitura del servizio universale per consegnare bollettini e raccomandate.



Durante una audizione in riferimento alla Commissione Trasporti della Camera, l’amministratore delegato Matteo Del Fante sottolinea il sotto compenso economico che l’azienda percepisce a fronte del servizio onorato:

Noi siamo strutturalmente sotto compensati da 10 anni per i servizi che facciamo: l’azienda ha una percentuale ormai ampiamente inferiore al 10% di attività negli uffici dovuti al servizio universale, ormai stiamo andando verso il 5%.

Del Fante ha tenuto a sottolineare il costo del lavoro di Poste Italiane, che ammonta a 6 miliardi di euro, ma che scende a 3 miliardi togliendo i postini dalle strade e lasciando operativi soltanto gli uffici.



Il desiderio contrario alla privatizzazione

L’ad di Poste Italiane non crede che privatizzarsi sia la soluzione più corretta. E mentre Del Fante da tempo propone un piano strategico specifico, lo Stato pensa a nuove soluzioni tra cui rendere privata l’attuale società italiana.

Ma prima ancora di pensare alla privatizzazione, Poste Italiane si rifiuta di aprire i suoi uffici ai competitor, e sempre Del Fante dichiara che non è una soluzione percorribile, e fa un esempio specifico:

Si creerebbe una situazione come quella di più lavavetri che si contendono gli automobilisti al semaforo, c’è un problema di spazi, se ce lo impongono, allora a Poste non conviene più essere fornitore del servizio universale.

Il problema è anche economico, visto che la società  che fornisce il servizio di posta nazionale (a queste condizioni) non è in grado di poter scontrarsi con i competitor, e mentre i costi lievitano i ricavi della corrispondenza si riducono.