Poste Italiane ha presentato nelle scorse ore il Piano strategico 2024-2028. L’obiettivo, come affermato dall’amministratore delegato Matteo Del Fante, è quello di dare continuità alla crescita “rimanendo sul territorio con sempre più servizi”. Essi proiettano i clienti nel futuro, sia nel modo di interagire che nelle attività da compiere. Il riferimento è in particolare a eCommerce, pagamenti e utilizzo del canale digitale.
È un percorso di trasformazione che proprio sotto la guida dell’ad Matteo Del Fante è iniziato d’altronde nel lontano 2017 con la semplice ambizione di “massimizzare il valore per i nostri clienti e diventare la rete di distribuzione più efficace e affidabile d’Italia”. I risultati ottenuti in questi anni sono più che soddisfacenti. “Siamo andati oltre e ci siamo affermati come la più grande piattaforma phygital in Italia, basandoci sull’integrazione di molteplici punti di contatto e creando un ecosistema omnicanale, nel quale tutte le componenti della piattaforma si completano vicendevolmente. Abbiamo investito sul digitale e sui dati, mettendo al centro la nostra ampia base client”. I pilastri di questa strategia sono l’efficienza, l’affidabilità e una visione orientata verso il futuro. Il modello insomma si evolve verso una rete all’avanguardia, ma preservando la sostenibilità finanziaria del business della corrispondenza e dei pacchi.
Poste Italiane, Matteo Del Fante presenta Piano strategico 2024-2028: i numeri
Anche in termini economici i miglioramenti apportati da Poste Italiane attraverso il Piano strategico 2024-2028 presentato dall’amministratore delegato Matteo Del Fante sono notevoli. “I ricavi cresceranno fino a € 13,5 miliardi entro il 2028 e il Risultato Operativo (EBIT) raggiungerà € 3,2 miliardi, registrando un tasso di crescita annuale di circa il 4%. Allo stesso modo, l’utile netto si attesterà a € 2,3 miliardi nel 2028”, ha annunciato. La politica dei dividendi è stata rivista al rialzo: ora prevede una percentuale minima del 65% con il 35% che non viene distribuito che va a rafforzare il patrimonio. Non è esclusa però la possibilità di ulteriori cambiamenti. “È un minimo. Se non ci sono acquisizioni, se ci sono gli spazi, in alcuni anni del piano potrebbe esserci una distribuzione più alta”.