La situazione di bambini e adolescenti in povertà peggiora ancora. È tempo di una forte e concreta politica condivisa da tutti per poter affrontare la priorità nazionale rappresentata dal fatto che 3,5 milioni su 9,5 milioni di persone tra 0 e 18 anni sono lontani dai propri diritti stando ai dati Istat sulla povertà in Italia. La povertà educativa minorile ne è la drammatica conseguenza.
Un terzo dei nostri figli cresce con pesanti condizionamenti negativi ed è in gioco il futuro sostenibile dell’Italia. Proprio per questa ragione a livello istituzionale e associativo si sta agendo per integrare azione pubblica e privata in modo strategico, costante nel tempo a sostegno delle tante comunità educanti già all’opera.
La povertà educativa minorile e l’esclusione economica e sociale si alimentano reciprocamente. È un cortocircuito intollerabile che lede diritti e opportunità delle persone all’inizio della vita .In Italia nel 2023 si trovava in condizione di povertà assoluta il 13,4% dei minori, quasi un punto percentuale in più rispetto al 12,6% dell’anno prima. A questi va aggiunto il 23,5% in povertà relativa. Sono quindi 3.401.754 i minori che vivono una condizione di povertà (assoluta o relativa). A essere in povertà assoluta sono soprattutto i minori che vivono nel Mezzogiorno (15,9%), mentre percentuali inferiori si registrano al Nord (12,3%) e al Centro (11,5%).
Per l’elaborazione dei nuovi dati l’Istat ha utilizzato un paniere di beni e servizi modificato rispetto agli scorsi anni. La presidenza del Consiglio ha delegato la viceministra Bellucci del ministero del Lavoro e Politiche sociali che coordina le iniziative sia del Fondo per il contrasto alla povertà educativa, sia del Dipartimento di politiche sociali e si è deciso insieme, come Comitato Fondo di contrasto alla povertà educative minorile, di elaborare un metodo di lavoro interistituzionale e associativo finalizzato a promuovere un Progetto di metodo omogeneo di livello nazionale e fortemente integrato con il sistema locale dei servizi pubblici concordato con la regione e definito a livello di ambito territoriale sociale allo scopo di coordinarlo con azioni già attivate attraverso altre fonti di finanziamento pubbliche e private.
Si sta lavorando convinti dell’utilità di adottare un’architettura di governo dei processi all’interno della quale sono presenti tutti i principali soggetti che possono garantire sia la sostenibilità sociale ed economica delle azioni, sia nel corso del tempo, facendo diventare i progetti delle occasioni di sperimentazione innovativa o consolidativa che non terminano alla scadenza del finanziamento, ma si traducono in interventi stabili di risposta a bisogni sociali.
Le priorità saranno ancorate agli indirizzi contenuti nella legge 13 novembre 2023, n. 159, anche per armonizzare le risorse: dispersione scolastica, povertà minorile, inclusione sociale, prevenzione e contrasto della violenza sui minorenni. Sarà importante rafforzare le capacità di rilevazione, valutazione, progettazione, intervento, verifica e documentazione dei processi. Dunque dobbiamo rafforzare la collaborazione tra amministrazioni comunali ed enti sovracomunali ove pertinente, istituti scolastici di ogni ordine e grado, servizi educativi per la prima infanzia, servizi minorili dell’amministrazione della giustizia, servizi sociali e sanitari, Terzo settore, associazionismo e realtà parrocchiali, Prefettura, polizia municipale, forze dell’ordine, tribunali. Sarebbe utile che il Ministro Calderone si affrettasse ad attuare il Decreto per la Rete per la protezione e inclusione sociale (legge 15 settembre 2017, n. 147), che ha istituito la Rete di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali di cui alla legge n. 328 del 2000, organismo inspiegabilmente bloccato ma utilissimo più che mai per comparare gli effetti dell’Assegno di inclusione proprio per combattere la povertà e per ottimizzare le risorse in campo e monitorarne l’effetto coordinandolo con il lavoro che stiamo compiendo sopra descritto e le risorse che tramite sia il Fondo sociale europeo che il Pnrr sono messe in campo e così ottenere un risultato per i nostri bambini.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI