I dati ci comunicano l’aumento della povertà relativa e assoluta in Italia con particolare riguardo alla situazione giovanile ma è particolarmente interessante prima di tutto sottolineare che Istat in data 25 marzo 2024 ha corretto i dati sulla povertà: il valore dell’intensità di povertà assoluta è pari al 18,2% e non al 9,7% come erroneamente indicato e corretto successivamente. Secondo un rapporto della Conferenza Stato-Regioni del 7 maggio 2024, nel 2022 il reddito totale delle famiglie più abbienti era 5,3 volte quello delle famiglie più povere (era 5,6 nel 2021). Resta un 22,8% della popolazione italiana che è a rischio di povertà o esclusione sociale: valore in calo rispetto al 2022 (24,4%) a fronte di una riduzione della quota di popolazione a rischio di povertà, che si attesta al 18,9% (da 20,1% dell’anno precedente) e di un lieve aumento della popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,7% rispetto al 4,5%).



Inoltre, si osserva che il 50% delle famiglie residenti in Italia ha un reddito non superiore a 28.865 euro (2.405 euro al mese), con una crescita del 7% in termini nominali rispetto al 2021 (26.979 euro, 2.248 euro mensili). Le famiglie del Nord-est dispongono del reddito mediano più elevato (33.568 euro), seguite da quelle del Nord-ovest, del Centro e del Mezzogiorno, con livelli di reddito inferiori rispettivamente del 6%, del 9% e del 28% rispetto a quello del Nord-est.



Il reddito mediano varia in misura significativa anche in base alla tipologia familiare: quello delle famiglie con stranieri è inferiore di 6.400 euro rispetto a quello delle famiglie composte solo da italiani. Le differenze relative si accentuano passando dal Nord al Mezzogiorno, dove il reddito mediano delle famiglie con almeno uno straniero è pari al 60% di quello delle famiglie di soli italiani.

Infine, l’Istat da maggio a ottobre 2024 conduce una nuova Indagine sulle famiglie degli studenti con disabilità che coinvolge i nuclei con bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni, con e senza disabilità. L’indagine Istat “nasce per ottemperare alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e alle leggi italiane di ratifica ed esecuzione della Convenzione, con particolare riferimento all’articolo 7, che è specificatamente dedicato ai minori con disabilità”. Lo scopo è quello di acquisire informazioni relative sia ai livelli d’inclusione scolastica e partecipazione sociale dei ragazzi con disabilità, sia alle difficoltà delle famiglie in termini di accesso ai servizi sociali e di conciliazione del lavoro con la cura del minore con disabilità. L’indagine si estende anche alle famiglie dei ragazzi senza disabilità per cogliere eventuali differenze nei livelli di partecipazione e inclusione sociale.



Nonostante abbiamo cercato dati aggiornati, sarebbe utilissimo applicare il metodo comparato sullo stato di povertà, anche perché è materia di studio e proposte che dovranno essere affrontate dal nuovo gruppo dirigente parlamentare posto che il problema del gelo demografico è anche un problema europeo. Tuttavia, abbiamo solo dati riferiti alla situazione del 2022. Il 6,1% di giovani dell’Ue tra i 15 e i 29 anni era in una condizione di grave deprivazione materiale e sociale. Il dato è stato pubblicato in febbraio dall’ufficio europeo di statistica Eurostat e rispecchia, come detto, la situazione del 2022. Il tasso della popolazione totale di persone in gravi situazioni economiche e sociali era de 6,7%. Maglia nera a Romania, dove un quarto dei giovani (25,4%) si è trovato a vivere in situazioni di grave deprivazione materiale e sociale, davanti a Bulgaria (18,6%) e Grecia (14,9%). In dodici Paesi Ue il tasso è rimasto sotto il 3% (Slovenia, Austria, Lussemburgo, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Estonia, Malta, Cipro, Finlandia e Svezia). L’Italia si è attestata al 3,7%. Nello stesso anno e per la stessa fascia d’età (15-29), il dato relativo al rischio di povertà o esclusione sociale era del 24,5%, mentre quello relativo alla popolazione globale dell’Ue era del 21,6%. Una media dell’8,7% di giovani vive in famiglie con un’intensità di lavoro molto bassa.

Per poter riuscire a contrastare la povertà nell’Ue sono state stabilite sette missioni: portare tutte le persone a vivere in modo dignitoso, ridurre almeno della metà le persone povere (secondo i parametri condivisi dei Paesi Ue), migliorare i sistemi di protezione e sicurezza nazionali per le persone in condizioni di disagio, un maggiore accesso ai servizi, alle risorse, alle tecnologie, ridurre i rischi legati a catastrofi e cambiamenti climatici, alle crisi economiche e sociali per i più fragili, politiche comunitarie per aiutare i poveri a emergere dalle situazioni di difficoltà e garantendo loro un lavoro dignitoso.

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