“La carne sintetica è un danno per la salute e per l’economia”, a dirlo è stato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, in una intervista a Punto e a capo su Radio Radio. La spinta sull’alimentazione artificiale si sta facendo sempre più insistente, ma secondo l’esperto dietro c’è un vero e proprio business che arricchisce pochi. “Di aziende italiane che lavorano in questo settore ce n’è soltanto una: una startup trentina che non ha alcuna capacità di realizzazione produttiva, quindi si occupa solo di studio”, ha precisato.
Al di fuori dei confini, invece, c’è una realtà ben più preoccupante. “Ci sono i grandi player a livello mondiale – parliamo di dieci persone nel mondo – che controllano oggi tutto il sistema della produzione e commercializzazione dei cibi sintetici: carne, latte e pure pesce”. A investire su queste e ad avere un ruolo importante sulla cordata è Bill Gates. “Queste persone detengono già il controllo delle piattaforme social e delle maggiori Big Pharma a livello mondiale. Se arrivassero a imporre una dieta omologata, arriverebbero ad avere anche il controllo del cibo, oltre a cancellare la varietà dei prodotti agroalimentari, cosa che danneggerebbe particolarmente l’Italia. Non è solo una questione solo economica, ma anche geopolitica”.
Prandini: “Carne sintetica danno a salute e economia”. Gli effetti sull’ambiente
In molti affermano che il consumo di carne sintetica possa avere dei benefici per l’ambiente, ma Ettore Prandini non è della medesima idea. “Anche la sua produzione ha delle emissioni, di anidride carbonica, generate da un bioreattore. Esse rimangono in atmosfera per millenni. Al contrario l’Italia è la nazione più sostenibile a livello mondiale per quel che concerne gli allevamenti: ha un impatto che è inferiore al 5% per quanto riguarda le emissioni, e comunque quelle che vengono rilasciate sono di ammoniaca, che rimane nell’atmosfera per non più di dieci anni”.
Il presidente di Coldiretti, da parte sua, si sta battendo affinché sia fatta chiarezza. “Quello della sostenibilità è un falso tema. E non è tutto. L’acqua che vien utilizzata da un bioreattore è proporzionale a quella di un allevamento, quindi non abbiamo nessun tipo di risparmio, mentre il residuo della lavorazione è paragonato al prodotto farmaceutico, quindi altamente inquinante”, ha concluso.