Ettore Prandini, numero uno della Coldiretti, è stato ospite ieri sera negli studi del programma di Rete 4, Quarta Repubblica. Si è parlato di cibo sintetico e del Nutri Score, sistema quest’ultimo che classifica il cibo in base al contenuto, assegnando una “semaforo verde o rosso”. “Non ci possiamo permettere di mettere in discussione il modello produttivo italiano – attacca Ettore Prandini – i sistemi produttivi mondiali l’andrebbero a cancellare. Si parla di benessere animale ma c’è una violenza assoluta sui feti degli animali vivi – dice il numero uno della Coldiretti riferendosi ai nuovi metodi di produzione del cibo – questo dovrebbe farci riflettere rispetto ai grandi temi come lo sfamare la popolazione globale. Nessuno parla più di spreco di cibo”.
Nicola Porro ha quindi chiesto se dietro a queste trasformazioni vi siano delle lobby e Ettore Prandini ha replicato: “Ci sono lobby? L’han detto loro stessi, le grandi lobby a livello mondiale sono quasi più potenti della commissione a livello europeo e quindi riescono a condizionare le scelte a livello politico non lasciando la possibilità ai consumatori di acquistare ciò che vogliono. La demonizzazione su alcune filiere produttivi è legata al creare spazi di carattere commerciali che non avrebbero mai. Questi sistemi – prosegue Prandini riferendosi ai cibi sintetici – andranno a cancellare l’identità enogastronomica di intere popolazioni. Qualcuno dice che serviranno per chi non avrà il cibo ma è una falsità, il tentativo è di occupare sempre più il mercato, quando entreranno nel mercato nessuno stabilirà quale quota si dovranno fermare”.
ETTORE PRANDINI: “ALLEVAMENTI? L’ITALIA SIA PRESO COME MODELLO A LIVELLO MONDIALE”
Sulla sostenibilità degli allevamenti invece: “L’Italia è il paese più sostenibile e dovremmo essere da esempio ma veniamo paragonati a tutti gli altri. L’Italia è l’unico Paese da 20 anni a questa parte che diminuisce gradualmente le emissioni con formazione, innovazione, sostenibilità e circolarità con tutte le energie rinnovabili, leggasi biogas e biometano. La nostra sfida è arrivare a realizzare allevamenti a impatto zero, positivi, fissando il carbonio nel suolo, e lo possiamo fare con un millesimo degli investimenti. Non viene fatto perchè c’è tutto un meccanismo di scambi di caratteri commerciale che prevalgono sul buon senso”.
“Quando si fanno le analisi sulle attività agricole – sottolinea Ettore Prandini sempre sul tema degli allevamenti – vengono scorporati i vari passaggi dell’attività stessa. L’allevamento non può essere fine a se stesso, è la coltivazione del suolo, è il presidio del territorio e dove questo non c’è più abbiamo avuto problemi di dissesto idrogeologico e il sottobosco che avanza con conseguenti disastri ambientali. Dovremmo portare il nostro modello nel mondo perchè gli altri ci possano imitare”. Chiusura dedicata al Nutri-score: “L’innovazione non c’entra niente con il Nutri-score che è simile al tema della carne sintetica. Il paradosso sta nelle quantità: non consumerò mai un litro di olio in un pasto, mentre la bibita gassata la consumerò in un pasto: se io paragono un cucchiaio dell’olio d’oliva con una bibita gassata allora le parti si invertono. Ad esempio l’analisi delle patatine fritte viene effettuata prima di essere cotte e risultano in classe A, mentre il grana e il parmigiano sono di classe D”.