5,4 milioni italiani sceglieranno di festeggiare il Natale in uno dei 90.000 ristoranti del Paese aperti il 25 dicembre. Il dato è in crescita del 10,2% rispetto al Natale 2022, si legge nel comunicato FIPE-Confcommercio. Le attività che hanno scelto di rimanere aperte sono passate dal 65,2% del 2022 al 66,2% del 2023. Secondo la Federazione italiana Pubblici Esercizi, il pranzo di Natale al ristorante farà registrare una spesa complessiva di 400 milioni di euro per gli italiani, il 15% in più rispetto all’anno precedente.
Per via degli aumenti che hanno interessato tutte le voci di costo delle imprese, ciascuno spenderà in media 74 euro per un menù “tutto compreso”: questo è stato proposto dall’83,2% dei ristoranti, con sei portate tradizionali (pasta fresca fatta in casa, bollito, pandoro e panettone per concludere). Per i bambini, il 37% degli esercizi si è organizzato con un menù personalizzato a un prezzo medio di 30 euro. Positivo l’andamento nel comparto della ristorazione a dicembre: anche il pranzo di Natale, dunque, conferma il trend.
Pranzo di Natale fuori al ristorante: stima positiva dei ristoratori
Secondo le previsioni del Centro Studi FIPE, solo nel mese di dicembre le famiglie spenderanno circa 8,5 miliardi di euro per consumi alimentari fuori casa. A questi vanno aggiunti gli incassi che arrivano da pranzi, cene e convention aziendali. Un trend positivo, dunque, per la ristorazione in uno dei mesi tradizionalmente più proficui dell’anno. Il clima è ottimistico tra i ristoratori. “Il 2023 è stato un anno significativo per il consolidamento della ripresa dei Pubblici Esercizi, che ancora una volta hanno saputo superare con grande determinazione gli ostacoli lungo il percorso, tra rincari delle materie prime e difficoltà di reclutamento del personale”, ha commentato il Presidente FIPE-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani.
“I numeri ci dicono che il mese di dicembre, che da solo vale poco meno del 10% del fatturato della ristorazione, anche quest’anno conferma le aspettative delle imprese pur in presenza di un contesto complicato. Il ciclo economico è in rallentamento e il quadro internazionale continua ad alimentare condizioni di incertezza che non favoriscono né la crescita né i consumi. Per fortuna la bolla inflazionistica sta rientrando e con essa dovremmo avere anche una politica monetaria della BCE meno restrittiva” ha concluso Stoppani.