Pranzo di Natale 2020, è tempo già di preparativi: nell’anno che rimarrà inevitabilmente legato alla pandemia da Covid-19 e alle restrizioni che costringeranno milioni di persone a celebrare le festività in un’atmosfera più intima e senza troppi commensali, l’appuntamento a tavola del 25 dicembre resta comunque un caposaldo oltre che una tradizione da rispettare. E fra le proposte degli chef stellati, i pranzi in delivery e le ricette tipiche della tradizione la scelta è davvero varia: tra le cucine più apprezzate e certamente gustose c’è quella dell’Emilia-Romagna.
Infatti questa regione, tra le sue diverse province, e a partire ovviamente da quella di Bologna, offre spunti molto interessanti e anche una discreta varietà di sapori per poter dare vita a un pranzo di Natale gustoso e anche all’insegna della tradizione. E pazienza se i commensali ad apprezzarlo saranno di meno: vediamo cosa propone il menu di una delle regioni più apprezzate dal punto di vista delle ricette e della gastronomia, fra i proverbiali tortellini petroniani, il cappone e alcune chicche poco conosciute da chi non è di queste zone, e in questo caso stiamo parlando ad esempio degli immancabili dolci a fine pasto.
PRANZO DI NATALE, RISTORANTI E RICETTE: ALLA SCOPERTA DEL MENU’ EMILIANO-ROMAGNOLO
Come detto, partiamo in questo ideale tour culinario natalizio dal capoluogo di regione: il’ must’ per ogni pranzo del 25 dicembre che si rispetti è ovviamente il tortellino nella versione della città di San Petronio, col suo inconfondibile ripieno che deve essere rispettato anche nelle sue proporzioni. Tuttavia se si parla di tortellino, anche la vicina Modena è una istituzione in questo campo anche se il ripieno di crudo e mortadella può variare, mentre a Reggio Emilia la predilezione a Natale va ai cappelletti locali che vanno serviti rigorosamente in brodo e devono essere più grandi dei tortellini di cui sopra.
E nel resto della regione? Rimanendo ai primi piatti ecco che i capelletti reggiani diventano i cappellacci di Ferrara, ripieni con la zucca e serviti con ragù di carne, un’ottima variante per il pranzo di Natale: a Parma invece la pasta ripiena non può che fare rima con gli anolini, riconoscibili per la loro particolare forma e con i due cerchi della stessa sfoglia di pasta che racchiudono lo stracotto di carne. Infine, non si possono non citare anche i classici tortelli con la coda piacentini, il cui nome deriva dalla forma particolare attoricigliata e che possono essere ripieni di formaggio e spinaci.
TRA TORTELLINI E CAPPELLETTI, IL CAPPONE E I GUSTOSI DOLCI DELLA TRADIZIONE
Dopo questa escursione tra la grande varietà di primi, vediamo cosa propone un tipico pranzo di Natale emiliano e romagnolo per il secondo e il dolce. Se a Bologna il cappone al forno è d’obbligo, non va dimenticato lo zampone di Mirandola, come pure le tante versioni in cui viene presentata la carne bollita; da Reggio Emilia invece ecco l’arrosto alla reggiana, ça va sans dire ripieno, con la fesa di vitello, formaggio e spinaci. Nella proposta gastronomica, e questo vale per quasi tutte le province della regione, non manca ovviamente il cotechino e altri tagli di carne molto gustosi mentre dalle parti di Piacenza ecco la locale coppa arrostita, apprezzata dagli amanti del genere per la sua fragranza. E se ci spostiamo verso l’Adriatico e la Riviera Romagnola? In questo caso il pranzo può virare su una ricca grigliata mista o, come a Rimini, sul cappone in galantina.
Infine, ecco i dolci: anche qui c’è l’imbarazzo della scelta nello scegliere il modo di concludere il proprio pranzo di Natale emiliano-romagnolo: se guardando a Bologna non si può non citare il certosino (con mandorle, pinoli, canditi e cioccolato fondente), da Modena ecco i tortelli di Natale, nome generico che tuttavia indica uno dei dolci fritti più gustosi col suo ripieno di crema pasticcera. Detto della spongata parmense e del pampepato di Ferrara (un pane caratteristico pure di altre zone della nostra penisola, va detto), si può optare per il biscione reggiano o, restando in tema natalizio e invernale, per il castagnaccio alla romagnola che al suo interno ha anche l’uvetta. Infine dalla provincia di Forlì-Cesena e anche sammarinese, ecco il bustrengo, un dessert semplice da preparare e adatto a questo periodo.